UN
COMMENTO
Migliore attacco con 68 gol realizzati e miglior difesa con 19 gol subiti. Ma
non bastano questi dati per
vincere il campionato. Il Milan ne fa 3 di meno e ne subisce 5 di più,
ma si aggiudica lo scudetto numero 17 della sua storia. Molti dei meriti vanno
al suo allenatore Ancelotti e ad una rosa di titolari e di riserve che hanno dato
sempre tutto in campo. Meriti che vanno divisi anche con molti rappresentanti
della classe arbitrale, che hanno in qualche modo reso possibile l'impresa
milanista. Ad
ogni modo, la Roma ha spesso agevolato, nelle occasioni decisive, il compito del
Milan. Scarsa determinazione in alcuni giocatori, condizione fisica non eccelsa
in altri, costretti a giocare sempre, apporto praticamente nullo delle seconde
linee e, in ultimo, le strane decisioni dell'allenatore. Tornano in mente
a proposito, le formazioni del derby recuperato e della sfida decisiva col Milan,
che hanno visto in campo dal primo minuto, un inguardabile Candela, sostituito
puntualmente all'inizio della ripresa da un D'Agostino in forma smagliante e tenuto
colpevolmente in panchina. Onore
al Milan dunque, ma grandi colpe alla Roma ed al suo allenatore, che anche se
quest'anno ha deciso di non lamentarsi delle decisioni arbitrali, per non dare
alibi ai suoi giocatori, ha commesso diversi errori di valutazione. La sua dichiarata
rinuncia alla Coppa Uefa, per giocarsi lo scudetto, è uno dei motivi di
rammarico di quest'anno. Nei
suoi 5 anni di Roma, avendo a disposizione una signora squadra, ha vinto sicuramente
poco. Uno scudetto ed una supercoppa italiana, sembrano sinceramente un misero
bottino. |