VITTORIA IMPORTANTE
Al 22' del secondo tempo, dopo l'incredibile 2-2 firmato da Ansaldi con un tiro da fuori che Olsen non vede partire, sembrava di dover assistere all'ennesima sconcertante prestazione ed all'ennesimo epilogo negativo di una partita dominata e fino a quel punto pressoché perfetta. Primi 45' giocati così come detto ai limiti della perfezione, con due gol segnati, almeno altrettanti falliti, pochissime occasioni concesse (l'unica degna di nota, subito dopo che El Shaarawy si era divorato il 3-0, quella capitata sui piedi di Falque, il quale chiuso e ipnotizzato da Olsen, calcia sul palo esterno al 46') e partita in totale controllo giallorosso.
Succede poi che, dopo aver sprecato due limpide occasioni per il tris, riecco la Roma che si sciogle e si consegna all'avversaria di turno. Quest'anno è successo più di una volta e nessuno si sarebbe meravigliato, tantomeno il Torino dell'Al Bano de noantri, rianimato da un pareggio fino a quel punto insperato e raggiunto grazie ai due tiri da fuori di Rincon e Ansaldi.
Ma stavolta la Roma non si scioglie. Reagisce a quella che sarebbe stata una vera ingiustizia, lotta, ribatte e ribalta dopo 6 minuti grazie al filtrante no-look del solito splendido Pellegrini, che libera El Shaarawy al tu per tu con Sirigu. Il faraone non sbaglia, regala con il suo gol "pesante" la vittoria alla Roma e corona una grande prestazione personale. Assente da qualche settimana, El Shaarawy entra al posto dell'infortunato Under e gioca una partita tutta cuore, classe e polmoni. Finirà coi crampi, ma in campo fino all'ultimo, perchè Di Francesco aveva già esaurito i cambi. Con 6 gol, è lui il capocannoniere giallorosso.
ANCORA LUI
Una vittoria firmata El Shaarawy, ma la scena la ruba ancora lui, il ragazzino che sta facendo parlare tutti: Nicolò Zaniolo. Apre le marcature con un altro gol che rimarrà a lungo negli occhi e nella testa di molti ed esulta alla vecchia maniera, senza balletti, mossette e atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con l'adrenalina e la felicità che trasmette un gol: corsa sotto gli spalti e urlo a pieni polmoni. Non male, davvero non male, per la "sòla" arrivata dall'Inter in estate.
Daje Roma!
Sandro