... E VINCE FONSECA
La Juventus pareggia a Lecce una partita che doveva finire tanto a poco per i bianconeri, ma l'nter non approfitta del mezzo passo falso e pareggia anche lei col Parma, peraltro grazie ad un gol in fuorigioco, complice un VAR come al solito molto discutibile.
Sarri non accampa scuse per il pari, al contrario del suo collega Conte, che dopo il mercato faraonico e la ricchissima rosa messagli a disposizione da Suning, con (appena) 4 infortunati in casa, nel dopo partita si è lamentato
in conferenza stampa con la società parlando di una " rosa ridotta ai minimi termini, sono preoccupato e non dormo tranquillo..."
Tutto questo preambolo, per dire che ieri Fonseca è stato costretto a schierare l'ennesima formazione inedita, con 8 titolari infortunati, con Mancini adattato a centrocampo e con una panchina
che per metà era formata da ragazzini della primavera. A differenza di quello che non è venuto a Roma perchè non credeva nel progetto, Fonseca non ha messo le mani avanti, non ha accampato scuse preventive, né si è lamentato con la società. L'allenatore ha messo in campo quelli che aveva a disposizione, allenati nel corpo e nella mente soprattutto, motivandoli e responsabilizzandoli. In campo si è vista finalmente UNA SQUADRA e non undici solisti senza spartito. Nonostante le fatiche accumulate nella partita di Europa League giocata giovedì sotto un diluvio incessante, la Roma batte meritatamente il Milan e si porta ad un solo punto dal quarto posto, occupato dal Napoli, che affronteremo sabato 2 novembre, dopo l'Udinese mercoledì 30 ottobre.
TREMATE... QUESTA È ROMA!
Una coreografia, quella esposta in curva sud, in omaggio a "Il primo Re" di Matteo Rovere, con protagonista Alessandro Borghi sul mito della fondazione di Roma nel 753 a.C. e poi il ricordo di Antonio De Falchi, perché Roma-Milan per noi non sarà mai una partita come le altre.
Una partita che la Roma finalmente gioca da squadra. Dedizione, sacrificio, aiuto al compagno, difesa degli spazi, pazienza, astuzia e core, per una vittoria che porta due firme: quella dell'uomo mascherato Dzeko (alla faccia della doppia frattura allo zigomo) e del suo figlioccio Zaniolo (alla faccia di Capello), ma che a dire il vero, di firme ne porta diverse.
In primis quella dell'allenatore, che a dispetto degli scetticismi e delle critiche degli esperti del nulla che popolano Roma e non solo, nelle enormi difficoltà (leggi assenze) in cui è costretto a lavorare, ha dato alla sua squadra un'identità ed un gioco, oltre alla tanto invocata consapevolezza nei propri mezzi.
In secundis, a pari merito, tutti i 14 scesi in campo oggi, che hanno dato tutto e alla fine raccolgono quanto seminato nei 95' di gioco.
Bravi tutti, ma non fermiamoci qui. Mercoledì ci attende una sfida insidiosa, in casa di un'Udinese che oggi ha beccato 7 pappine dall'Atalanta e vorrà in qualche modo rifarsi.
Tremate... questa è ROMA!
Daje Roma!
Sandro