Romamor - Campionato Serie A 2020/2021 - Roma-Verona - Analisi e commento della partita

TRE GOL IN NOVE MINUTI
Dal primo gol di Mancini (20') al terzo di Mayoral (29'), passano appena nove minuti. In pratica, alla mezzora la Roma aveva già letteralmente tritato, annichilito e polverizzato quel Verona che alla vigilia veniva dipinto come uno spauracchio, capace quest'anno di grandi prestazioni contro le grandi (pari con Juve e Milan, vittorie con Atalanta, Lazio, Napoli e sconfitta solo con l'Inter) e pronto a fare lo scherzetto anche alla Roma.

Vera rivelazione del campionato, la squadra allenata da Juric, vantava fino a ieri la miglior difesa del campionato, con appena 18 gol subiti nelle 19 partite giocate. Mai perforata più di due volte nella stessa partita, si è ritrovata con tre gol sul groppone in appena (è bene ricordarlo) 9 minuti.
Mai e poi mai, dopo una settimana passata più a parlare dell'affaire Dzeko, che della sfida contro il terribile Verona di Juric, ci saremmo immaginati una vittoria così netta e così schiacciante.

Il resto della partita, coi giallorossi occupati nella gestione del risultato, ha prodotto millemila improperi per il solito spreco di palle gol, con i soliti errori nell'ultimo passaggio e nelle conclusioni a tu per tu col portiere. Dei novanta più recupero di dominio giallorosso, possiamo togliere una decina di minuti di preoccupazione dopo il gol del 3-1 dell'appena entrato Colley, ma in sostanza stasera non c'è stata mai partita. Bravi tutti e bravo Fonseca.

MIGLIOR VICE DI SEMPRE
C'è lo zampino di Borja Mayoral in tutti i gol giallorossi: è lui a propiziare il corner sul quale Mancini svetterà di testa per il primo vantaggio, è lui a fornire l'assist a Mkhitaryan per il raddoppio ed è ancora lui a ribadire in rete la respinta di Silvestri sul tiro da fuori di Pellegrini.

In termini di apporto alla squadra e soprattutto di gol realizzati, lo spagnolo arrivato quest'anno dal Real Madrid e autore finora di 9 reti (6 in campionato e 3 in Europa League), vince a mani basse il confronto con gli ultimi due vice-Dzeko (Schick e Kalinic). Fonseca si fida a tal punto di lui, che, in attesa di una "riconciliazione" col centravanti bosniaco, può permettersi di spedire Dzeko in tribuna a fare gli onori di casa ai nuovi arrivati El Shaarawy e Reynolds.

IL BENE SUPREMO
C'è un bene supremo al quale tutti, indistintamente, devono fare riferimento e soprattutto portare rispetto: l'AS ROMA. Nessuno sa con certezza quello che è successo tra Fonseca e Dzeko nel dopo partita di Coppa Italia col Siena. Sicuramente non una cosa da niente, vista la reazione del tecnico e soprattutto della società che ha addirittura messo in vendita, in questa finestra di gennaio, il centravanti bosniaco. Affare che (per fortuna nostra e per una mancanza di liquidità generale) non è andato in porto e ha lasciato le cose esattamente com'erano. Ora sta ai due protagonisti, soprattutto al giocatore, mettere da parte le considerazioni personali e fare un passo indietro, per il bene della Roma. Staremo a vedere.

Daje Roma!
Sandro