DUE PUNTI PERSI
Un primo tempo che, tolti i primi 15 minuti di studio e di assenza di incitamento da parte del pubblico ancora in protesta, ha visto una Roma padrona assoluta del campo e un Atletico Bilbao (l'abbiamo sempre chiamata cosi la squadra basca, non vedo il motivo di cambiare) rintanato nella propria metà campo. Il gol di Dovbyc, giunto dopo un'azione che ha visto coinvolti Dybala, Koné e Baldanzi, fino ad arrivare alla pennellata di Angelino per la testa del centravanti, è la giusta conseguenza. Prima di quello, a conferma della supremazia giallorossa, due gol letteralmente mangiati. Il primo dallo stesso Dovbyc che calcia sul portiere in uscita e il secondo da Dybala che nel tentativo di colpirla al volo, cicca clamorosamente la palla del possibile vantaggio.
La ripresa inizia senza il campione argentino fermato dal solito guaio muscolare e gli effetti sono quelli che abbiamo notato in questi anni prima con Mourinho e poi con De Rossi: la Roma quando si ritrova senza Dybala, abbassa il baricentro (come dicono quelli bravi), arretra il suo raggio d'azione e alla fine, come accaduto in Genoa-Roma al 96', il gol lo prende. Stavolta succede all'85', ma non fa differenza.
Io dico solo che la differenza nel calcio la fanno i gol. E se tu fallisci le occasioni che crei, tipo quella capitata sui piedi di Soulé al 54' (eravamo sull'1-0), o quella sulla testa di Hermoso all'89' (sull'1-1), oltre le due succitate nel primo tempo, alla fine puoi solo rammaricarti. Buona sì, considerato anche il valore dell'avversaria, che attualmente nella Liga spagnola ricopre la terza posizione (dietro Barcellona e Real), ma non buonissima la prima in Europa della Roma di Juric.
Questo è quanto. Le considerazioni su questo o quel giocatore, sulle posizioni in campo, sull'allenatore e sul suo taglio di capelli, sugli errori nelle marcature su palla inattiva, sui cambi effettuati e sul loro impatto, le lascio ai tuttologi e ai pizzicagnoli che solo per loro sfortuna non allenano in Europa. Loro sicuramente ne sanno molto di più.
LI GIOVANOTTI DE 'STA ROMA BELLA
Baldanzi (2003), Pisilli (2004) e Soulé (2003) sono il futuro. I primi due sembrano già dentro il progetto, il terzo paga l'enfasi e le enormi aspettative con le quali è stato presentato. Non sembra ancora pronto, come non lo era Baldanzi quando è arrivato a gennaio. L'evoluzione del ragazzino arrivato dall'Empoli, lascia ben sperare per quello che ad agosto è arrivato da Torino passando per Frosinone. I numeri per sfondare Soulé ce li ha tutti. Va solo lasciato tranquillo. Pisilli sembra invece un caso a parte. La sicurezza e la sfrontatezza con cui affronta il campo e gli avversari, sono quelle di un veterano. Se non si rovina crescendo, questo può essere il nuovo Ancelotti.
Daje Roma!
Sandro