
E
ADESSO RIPOSIAMOCI. Si chiude qui un anno bellissimo, questo 2007
denso di soddisfazioni, di importanti vittorie e di qualche trofeo conquistato.
La coppa Italia, la supercoppa italiana, il titolo di capocannoniere del campionato
per Totti, seguito dalla prestigiosa Scarpa d'oro, aiutano a riempire la bacheca
di Trigoria, accrescono il prestigio della nostra amata Roma e ne aumentano forza
e consapevolezza nei propri mezzi. Ultimo impegno dell'anno quindi, quello
di stasera con la Samp, prima di una meritata vacanza e un decisamente necessario
riposo. Uno stop del campionato che cade a fagiolo. Una sosta a nostro avviso
indispensabile, per una squadra che nelle ultime uscite ci è sembrata stanca
e "spremuta" in molti dei suoi componenti, tesi peraltro confermata
anche da alcuni degli stessi protagonisti intervistati a fine gara. IL
RITORNO DEL CAPITANO Una Roma non proprio irresistibile, quella
vista stasera all'Olimpico. Diverse, troppe secondo noi, le occasioni concesse
alla Samp e vanificate dall'imprecisione degli stessi blucerchiati, o da uno straordinario
Doni, autore di almeno un paio di interventi salvarisultato. E poi tante, le solite,
incredibili leziosità che tanto ci fanno incazzare, ma è Natale
e oramai ci siamo abituati... La vera nota positiva arriva dal
Capitano. Anche se non ancora al meglio, lui stringe i denti e torna finalmente
in campo dando il suo contributo ad una vittoria importante. Un
rigore meravigliosamente trasformato con un "cucchiaio" superlativo,
tante botte (ci sarebbe su di lui anche un fallo da rigore, ma Gervasoni nega
spudoratamente) e un gol al 90', raccogliendo il perfetto invito di uno straordinario
Cassetti, autore di un sontuoso allungo sulla fascia destra, che lo mette in condizione
di segnare il più facile dei gol a porta vuota. Gara decisa con due perentori
sigilli quindi, due firme d'autore per far sapere a tutti che la Roma c'è
ancora e c'è anche il suo Capitano. |

COPPA
ITALIA 2007-2008 LA SINDROME DI LAZZARO. Giocatori falliti,
scomparsi dalle scene, dimenticati dai vostri allenatori, morti (calcisticamente
parlando), se di voi non si sente parlare da anni, niente paura, a voi ci pensa
la Roma! Siamo specializzati da sempre nell'aiutare il prossimo, nel rivalutare
i condannati dalla critica e, soprattutto, nel resuscitare i morti. È la
sindrome di Lazzaro, quella che da sempre ci contraddistingue, quella che ci fa
dire: -Alzati e cammina!- anche ai più irrecuperabili. Abbiamo
visto in tanti anni di militanza giallorossa, la nostra squadra perdere partite
contro le ultime della classe, far ritrovare ambizioni a formazioni ormai disperate,
far tornare al gol attaccanti che da anni non centravano lo specchio della porta,
far ritornare in auge giocatori considerati ormai ex... A parte lo sfogo (quasi)
scherzoso, ci preme sottolineare come anche oggi la Roma abbia perso l'ennesimo
treno. Contro quel Torino che già domenica scorsa in campionato con le
stesse armi messe in campo oggi: agonismo, grinta e fisicità, ci ha messo
sotto, non abbiamo fatto tesoro dell'esperienza recente e siamo caduti nella stessa
maniera. Il risultato però, stavolta non è stato lo 0-0 (fortunato)
di domenica. L'arma in più, quella che oggi ha fatto inesorabilmente spostare
gli equilibri è stato il redivivo Alvaro Recoba. Uno che magari segna poco,
ma che se deve fare un gol, aspetta di incontrare la Roma. Sono suoi i primi 2
gol e c'è il suo zampino nell'azione che porta alla terza rete, quella
realizzata di testa (a porta vuota) da quel fenomeno di Comotto, difensore in
estate scartato dalla Roma e oggi pronto per la nazionale, a detta del suo mentore
Novellino. Stavolta Lazzaro ha lavorato bene: desaparecidos che riappaiono,
incompresi che segnano e, dulcis in fundo, grandi strateghi che
risorgono. BRAVA ROMA! AAA
CERCASI SECONDO PORTIERE. È un ruolo nel quale, attualmente,
siamo decisamente scoperti. Il giovanotto che oggi ha "difeso" (le
virgolette non a caso) la porta giallorossa, a nostro avviso non è affidabile.
Due dei tre gol potevano essere, a nostro parere, evitabili. Sul primo gol, Recoba
tira da 30 metri e un portiere decente non prende mai gol da quella distanza;
nel terzo gol, la sua avventata uscita bassa su Grella, autore del cross per Comotto,
è quanto di più sbagliato si possa fare: lasciare la porta sguarnita
per andare a fermare un giocatore già marcato da Cassetti. Nell'ultimo
mercato estivo si era paventata l'ipotesi di una sua eventuale cessione momentanea
in qualche squadra minore, con la formula del prestito. Progetto non più
realizzato per chissà quali motivi. Alla luce di quanto abbiamo visto stasera,
Curci non è un portiere sul quale una squadra con ambizioni di primato,
può contare. Il ragazzo ha sicuramente qualità, ma secondo noi,
deve migliorare in tutto e non giocando i miglioramenti non ci saranno mai. Una
preghiera quindi: mandiamolo a giocare, a fargli fare le ossa magari in serie
B. Sarà sicuramente meglio per lui e meglio per noi. |

LA
PEGGIORE DELLA STAGIONE. Talmente brutta, da non poter essere neanche
lontanamente paragonabile a quella del secondo tempo di Empoli o quella vista
domenica a Livorno. Stanca, abulica, confusa, a tratti svogliata. Presa letteralmente
a pallonate (e a botte...) da una squadra che attualmente "galleggia" a 2 punti
dalla zona retrocessione. La stessa squadra che domenica scorsa, tolti i primi
30' in cui ha provato a mettere paura all'avversario, è stata letteralmente malmenata
dall'Inter... Due parole, a proposito di questo, le vorremmo spendere per
queste squadrette che trovano motivazioni "superiori" incontrando la
Roma, quelle motivazioni che fanno tirar fuori tutto il meglio (o il peggio?!?)
di sè a giocatori che per il resto del campionato "vivacchiano"
o scompaiono letteralmente e di cui non si sente mai parlare, se non nei rotocalchi
rosa. Le nostre parole vanno anche a quegli allenatori che promettono (e mantengono)
battaglia fino dalla vigilia, quando incontrano la Squadra della Capitale. Allenatori
che, grazie alla solita stampa, passano per essere grandi strateghi pur essendo
semplici minestrari/catenacciari, nel momento in cui riescono (con ogni mezzo)
a bloccare la Roma. Da questi signori gradiremmo atteggiamenti simili, anche quando
incontrano altre squadre, ma sappiamo già che non sarà mai così.
La nostra storia è fatta di questi episodi, di questi atteggiamenti da
"coltello tra i denti", di gente che ti affronta con "la bava alla
bocca"... A questa gente, a questi piccoli ominidi, a questi allenatori,
va comunque tutta la nostra comprensione. Non deve essere facile vivere una vita
nell'ombra e poter vedere la luce per un solo giorno l'anno. Grande
Torino e piccola Roma. Questa è la fotografia della partita vista oggi.
Il Torino, l'abbiamo già detto, ha disputato una gara eccezionale sotto
il profilo dell'agonismo, della determinazione e del gioco. I motivi di questa
repentina recessione giallorossa invece, possono essere molti: le assenze (Totti,
Taddei e Aquilani), la conseguente stanchezza in alcuni che potrebbe affiorare
dopo i molti impegni consecutivi e... la "partita storta" che può
anche capitare, dopo tante belle prestazioni. Una cosa però, una nostra
sensazione, ci preme sottolineare: le squadre (soprattutto le "piccole")
che ci affrontano, hanno capito che l'unico modo per infastidire e di conseguenza
fermare la Roma, è quella di "menare", di far sentire il predominio
fisico, i famosi tacchetti. Non si offenda nessuno, ma le partite che ci sono
sfuggite di mano ultimamente, hanno più o meno tutte lo stesso denominatore:
le botte. Il pregio di questa squadra, l'abbiamo visto tutti, è la capacità
tecnica dei suoi interpreti. Di contro, il difetto è forse la mancanza
di peso e di centimetri. Per fare il nostro gioco siamo costretti a far viaggiare
la palla a 200 kmh sempre col rischio di sbagliare, a correre e saltare l'avversario
senza affrontarlo nel corpo a corpo. Inevitabilmente arrivano calcioni, "spallate"
e falli tattici, che a lungo andare forse sgretolano la nostra resistenza. Sarebbe
forse il caso, nel mercato prossimo, di ricercare gente di peso, lasciando da
parte l'acquisto dei fringuellini. Intendiamoci, la "banda bassotti"
che abbiamo adesso ci sta benissimo, a nostro avviso va solo integrata con qualche
bisontino di più...
SPALLETTI È
IL PIÙ GRANDE DI TUTTI Nessuno si senta offeso, ma sulla
panchina giallorossa siede un grande uomo, un vero signore, forse l'unico nel
panorama calcistico italiano. Intervistato a fine partita, incalzato sulla
mancata concessione del rigore netto allo scadere su Vucinic, ha detto: "...ci
poteva stare. La vittoria non sarebbe stata però giusta perchè il
Torino ha fatto meglio..." GLI
ALTRI PROPRIO NO Novellino espulso al 33' st perchè per protestare
usciva dall'area tecnica e il presidente Cairo a fine partita che contestava l'arbitraggio
di Rocchi, colpevole di chissà cosa... Signori si nasce... |

TUTTI
CON AMANTINO La scena più bella: l'abbraccio che tutti i
compagni hanno riservato a Mancini dopo il gol. Finalmente Amantino. E dire
che si era messa male con il Manchester versione baby schierato oggi da Ferguson
e che quasi per niente ha fatto rimpiangere i tanti titolari rimasti a casa. Da
subito si è vista una squadra inglese vogliosa, combattiva e di contro
i nostri (anche Spalletti inseriva qualche "seconda linea") timorosi
e titubanti. Col passare dei minuti le differenze di atteggiamento sono scomparse,
anche la Roma sembrava più disinvolta, ma il pragmatismo e la concretezza
inglese (a proposito, qualcuno potrebbe dire ai nostri che tirare da fuori area
si può anche noi, come fanno quelli del Manchester?) portavano al vantaggio.
Ennesimo calcio d'angolo (alla fine saranno 12 a 6 per loro) con Pique che svetta
indisturbato e insacca. Dopo 3 minuti c'è l'occasione per pareggiare, ma
è la traversa a fermare Mancini ed Esposito sul rimpallo manda alto. Solita
Roma che vorrebbe entrare in porta con la palla e solito Manchester, che appena
ne entra in possesso la calcia quasi sempre centrando lo specchio. Il secondo
tempo inizia con De Rossi al posto di Taddei, a far coppia al centro con Barusso
e Pizarro spostato in avanti. La svolta avviene però al quarto d'ora, con
l'ingresso di Vucinic e Giuly, al posto di Esposito e Barusso. Una Roma più
"titolare" quindi, con uno schieramento più equilibrato (Pizarro
torna a far coppia centrale con De Rossi). Il pari arriva proprio grazie ad un'incursione
di Vucinic, che libera appena fuori dall'area per Mancini, il quale senza esitare
(finalmente) tira e batte Kuszczak. Altre occasioni fino alla fine, grazie
soprattutto alla vena di Vucinic (che allo scedere si mangia un gol clamoroso)
e dei nuovi entrati, ma il risultato non cambia e questa "amichevole"
(il risultato era ininfluente, le prime due del girone sarebbero state comunque
Manchester e Roma) di fine girone finisce 1-1. LE
LEZIONI DI VITA DI SIR ALEX FERGUSON A suo tempo, er sor Alex (ci
perdoni il nostro essere romani, sir) fu assai critico nei confronti dell'Italia
tutta, di noi italiani, della polizia italiana, dei tifosi romanisti, della stampa
nazionale, con quella sua spocchia superiore in quanto inglese e quindi convinto
"inventore" del calcio, investito da non si sa chi del potere di giudicare
e criticare in casa d'altri. Certe lezioni però, certe indicazioni sui
comportamenti giusti, leali, sportivi e soprattutto non violenti, probabilmente
er sor Alex dovrebbe riservarle più agli ubriaconi che vanno in giro per
l'Europa al suo seguito, piuttosto che darle a chi li ospita. Dette indicazioni
che il manager riserva alle tifoserie avversarie (e soprattutto ospitanti, chissà
perchè...) infatti, non devono essere state ancora ben recepite dagli ubriaconi
di cui sopra e anche stavolta sono purtroppo sfociate in incidenti (fortunatamente
pochi e fuori dallo stadio). Fonte:
REPUBBLICA.IT 13/12/2007 Finisce 1-1 all'Olimpico dopo due sconfitte. Ma
quello che resterà della serata sono purtroppo gli incidenti fuori dallo
stadio prima dell'inizio della partita con ben sette feriti e dodici fermati.
E' questo il bilancio al termine degli scontri tra le tifoserie della Roma e del
Manchester, avvenuti poco prima dell'inizio della partita. Cinque sono i sostenitori
inglesi ricoverati, due quelli della Roma: il più grave di loro ha avuto
una prognosi di dieci giorni. I tafferugli sembra ormai quasi certo che siano
stati provocati dai supporter del Manchester in due diverse zone attorno
allo stadio Olimpico, con attacchi contro i tifosi giallorossi. La posizione degli
hooligans potrebbe aggravarsi nelle prossime ore e correrebbero il rischio di
un arresto. Una
gentile richiesta ci sentiamo di farla al sor Alex quindi: a Fergu, mavattelapijanderculo! | (Fonte
Il Messaggero) 21/12/2007 - Quattro condanne, due a due anni e cinque mesi
di reclusione e altre due a due anni e quattro mesi, sono state inflitte oggi
dal Tribunale di Roma a un gruppo di tifosi della squadra inglese del Manchester
che il 12 dicembre scorso in occasione dell'incontro tra la loro squadra e la
Roma avevano dato vita a incidenti con tifosi e con le forze dell'ordine. La sentenza
è stata pronunciata dai giudici della nona sezione penale presieduta da Roberto
Mendoza che ha anche disposto per i quattro la detenzione in carcere. Gli incidenti
erano accaduti quando i quattro oggi condannati si erano staccati da un gruppo
di una settantina di persone entrando in un bar nei pressi dello Stadio Olimpico,
dove cominciarono ad azzuffarsi con tifosi romanisti, opponendosi poi alle forze
dell'ordine intervenute per sedare lo scontro. La condanna maggiore è stata inflitta
per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e lancio di corpi contundenti.
Le stesse accuse tranne le lesioni erano state contestate anche agli altri due.
La gentile
richiesta si impone di nuovo al sor Alex quindi: a Fergu, marivattelapijanderculo!
|

1-1
COME UN ANNO FA. Tale e quale, stesso risultato. Anche stavolta
frutto di errori altrui e anche stavolta rimpianti, tanti rimpianti per noi.
A dire il vero non è passato nemmeno un anno: l'altra volta era il 21
gennaio, prima partita del girone di ritorno della stagione passata.
Stesso stadio e oggi come allora, andiamo via con un solo punto, con l'Inter che
vince e si allontana e con alcune strane sensazioni. Sensazioni che ti fanno credere
nelle "volontà superiori", sensazioni che possono farti
pensare male... Fanno bene Spalletti e tutto l'entourage giallorosso, a mostrarsi
compatti e versare acqua sul fuoco, senza alimentare polemiche che potrebbero
diventare alibi per i giocatori, senza cercare scuse e senza "piangere"
lamentandosi degli errori arbitrali. Se questo però è il trattamento
che la classe arbitrale intende riservarci, non c'è da stare allegri.
MA PERCHÈ?
Intendiamoci, se avessimo buttato dentro la metà
delle occasioni da gol create, non staremmo qua a lamentarci per l'annullamento
del regolarissimo gol di De Rossi (sarebbe stata doppietta per lui), o per la
mancata concessione di un rigore sacrosanto su Ferrari. Questo nessuno lo discute. Ma
ci dite perchè noi dobbiamo necessariamente "stravincere", per
vincere una partita? Perchè non ci è concesso di farlo normalmente,
con il minimo sforzo, o con un "rigoretto" magari anche incerto, con
un "golletto" accordato nel dubbio: fuorigioco sì o no? Perchè
ad altri il rigore che spiana la strada invece, viene concesso senza titubare? Senza
far nomi e senza tornare troppo indietro nel tempo, senza ricordare situazioni
stile "vecchia signora" per intenderci, eccone due, le ultime
giocate dalla squadra di Moratti: Inter-Lazio (recupero del 5 dicembre) e Inter-Torino di oggi. Due goleade
nerazzurre, aperte da rigori quantomeno "generosi". Possiamo essere
incazzati, allora? |

5
dicembre, recupero della partita che si sarebbe dovuta giocare l'11 novembre,
giorno della tragica
scomparsa
di Gabriele Sandri ANCORA
TADDEI È la serata del rientro di Francesco Totti, dopo
un mese di stop, serata in cui si sono riviste le magìe del Capitano e
dove solo una sconsiderata decisione arbitrale gli ha impedito di realizzare un
gol dei suoi, fermandolo per un inesistente fuorigioco poco prima di tirare a
porta vuota, dopo aver superato anche il portiere. Ma nella serata del Capitano,
riecco Taddei. Ancora Rodrigo e la Roma liquida la pratica-Cagliari con il più
classico dei risultati: 2-0 e tutti a casa. Dopo il gol segnato domenica all'Udinese,
ecco una doppietta nel recupero serale. Come già detto in occasione del
suo rientro in campionato di domenica scorsa, la presenza di Taddei è fondamentale
in questa Roma. Fondamentale secondo noi, ma anche il pubblico dell'Olimpico apprezza
in particolar modo il cuore e l'estro di questo brasiliano che sembra nato alla
Garbatella... Bello e sigificativo l'applauso tributatogli in occasione della
sua sostituzione al 75' e i cori intonati in suo onore. Standing ovation! Bravo
Taddei quindi, sempre pronto e anche stasera decisivo, ma brava Roma che pur concedendo
qualche sprazzo di gioco al Cagliari, ha dominato in lungo e in largo offrendo
come sempre, il solito grande spettacolo. I soliti appunti a quello che ormai
a detta di tutti è il difetto di questa squadra: quel leziosismo fatto
di colpi di tacco, di finte spesso non capite dal compagno, di palle perse ingenuamente,
di mancanza di "cattiveria" sotto porta, di quel cercare sempre la giocata
spettacolare a dispetto di quella più pratica, più concreta. Anche
stasera all'Olimpico si è assistito alla "sagra del gol mangiato"
con Mirko Vucinic protagonista principe, ma sempre presente nelle azioni più
pericolose. Bravo anche a lui. La nostra speranza è di veder corretti
presto questi atteggiamenti, ma finchè si vince... MANCINI
TORNERÀ AMANTINO È il nostro rammarico, il nostro
cruccio più grande. Un grandissimo campione, che sembra non ritrovarsi,
non riuscire più ad essere quello di un tempo. Per quanto ci è dato
sapere, i problemi relativi al suo contratto potrebbero influire sulla sua attuale
"crisi" più psichica che fisica, ma la buona gara giocata stasera
e soprattutto quella traversa colpita nei minuti finali dopo un'azione travolgente
delle sue, ci dimostra che il ragazzo c'è e siamo sicuri che tornerà
quello di prima. Noi siamo con lui! Forza Amantino !!!
E
LA LAZIE? Al Meazza in scena anche un altro recupero di quella tragica
giornata, quell'Inter-Lazio che nell'immaginario ottimista giallorosso e non solo,
poteva rappresentare un ostacolo sul cammino dell'Inter... Ma de che?!? 3-0 e
i Lotito-boys tornano mestamente a casa. Anche a Milano quindi, come già
visto nel derby capitolino, troppa la differenza tra le due squadre. Il risultato
finale, quelle tre pappine a zero, riconsegna al campionato una "grande"
capolista difficile da superare e una "piccola" sicura protagonista
nella lotta per non retrocedere... Che amarezza, non c'è stimolo neanche
a prenderli per il culo... |

RESTIAMO
IN CORSA Successo importante quello di oggi, successo meritato
contro una buonissima squadra, l'Udinese con la quale fino ad oggi (insieme alla
juve) condividevamo il secondo posto. La Roma vista oggi, a tratti letteralmente
irresistibile, ci è sembrata quella delle prime uscite di stagione, quando
potendo contare su tutto l'organico esprimeva un gioco praticamente perfetto fatto
di tecnica, forza e velocità, che sovrastava e dominava le squadre avversarie.
I numerosi infortuni poi, che hanno colpito perni importanti della squadra
hanno fatto in qualche modo subire un'involuzione di gioco e di risultati. Nonostante
le assenze però, cosa mai rimarcata da Spalletti che (lo diciamo da sempre)
si distingue anche in questo dagli altri allenatori, la Roma ha il grosso merito
di essere rimasta a ridosso dell'Inter, grande favorita alla vittoria finale.
RIECCO
TADDEI Uno dei perni più importanti (a giudizio di chi scrive,
il più importante) è proprio Rodrigo Taddei. Il brasiliano
è quello che più di tutti è mancato in questi due mesi. Nessuno
ce ne voglia, ma nessuno (da quel maledetto Fiorentina-Roma in poi) ci è
sembrato in grado di sostituire il brasiliano nel suo gioco a tutto campo, fatto
di grandi polmoni e di tecnica tutta brasiliana. Un momento lo vedi a destra impegnato
in un'azione d'attacco, cambia l'inquadratura e lo ritrovi a difendere nella nostra
area a sinistra. Lo lasci a dialogare con De Rossi al limite dell'area giallorossa,
lo ritrovi pronto a ricevere l'assist di Mancini nell'area avversaria... Un
giocatore così, come Rodrigo, ci sembra l'unico vero insostituibile di
questa Roma. Averlo rivisto in campo oggi dal primo minuto ed esultare dopo il
suo primo gol in campionato alla sua maniera, con la mano sotto la maglietta simulando
il battito del suo grande cuore, ci rida' fiducia nel futuro. In bocca al lupo
Rodrigo. MA
STIAMO PIÙ ATTENTI Bella partita oggi all'Olimpico.
Due belle squadre che senza paura si sono affrontate a viso aperto, cercando entrambe
la vittoria. Più occasioni da gol ha avuto la Roma, fallite per i soliti
leziosismi e per la buona vena di Handanovic. Ha vinto la migliore quindi, la
più meritevole, ma onore agli sconfitti che anche in 9 contro 11 hanno
cercato di colpire e solo una grande parata di Doni su Floro Flores all'83' ha
impedito loro di pareggiare. Pareggio che sarebbe stata l'ennesima beffa alla
luce delle solite tante occasioni fallite. Sono questi cali di tensione che
dobbiamo correggere, questo pensare di aver chiuso la partita prima del 90'. Stavolta
è andata bene, ma proviamo a pensare a quello che sarebbe successo se avessimo
preso gol in 11 contro 9.... |

SEMPRE
PIÙ ROMA, SEMPRE PIÙ MIRKO Contro una Dinamo
Kiev irrimediabilmente ultima a zero punti, ma decisamente vogliosa di ben figurare
nella storica ultima partita giocata in uno stadio che da domani verrà
demolito per far posto a quello nuovo, la Roma raggiunge stasera, con un turno
di anticipo, la matematica qualificazione agli ottavi di finale. Il "solito"
Panucci, sempre a segno nelle sue ultime 3 partite tra Nazionale e Roma, apre
le danze in terra ucraina, poi Giuly e Vucinic (prima doppietta e gara straordinaria
per qualità e abnegazione) chiudono la pratica. In due parole una partita
dal risultato che poteva alla vigilia ritenersi scontato vista la classifica,
ma che poteva risultare pericolosamente drammatica viste le ucraine motivazioni
di cui sopra e visto l'incredibile risultato di Manchester, con lo Sporting che
alla fine del primo tempo vinceva per 1-0. Fortunatamente però, la Roma
ha giocato la sua partita e ha meritatamente stravinto qualificandosi alla faccia
di chi già pregustava scomodi scenari nell'ultima gara all'Olimpico contro
il Manchester, che alla fine ha battuto 2-1 lo Sporting di Lisbona. |

SABATO
ORE 19.45: "L'ORA PANUCCI" Come sabato 17 al 90' di Scozia-Italia,
così sabato 24 al 90' di Genoa-Roma. Due colpi di testa, la sua specialità,
due gol di bella fattura ed entrambi decisivi. Dopo
quello segnato alla Scozia, che ha di fatto qualificato la Nazionale agli europei
2008, ancora un gol, sempre allo scadere, che stavolta regala alla Roma la vittoria
contro il Genoa. Più che "zona Cesarini" quindi, alla luce di
quanto accaduto nei due ultimi sabati, potremmo ora parlare a ragione di "zona
Panucci". Prima
del gol risolutivo, una bella partita giocata bene e a viso aperto da entrambe
le squadre. Niente barricate e tanto bel gioco con capovolgimenti di fronte continui.
Onore quindi al Genoa, che non ha mai smesso di provare a vincere, ma onore anche
a questa Roma, che nonostante
le numerose assenze ha giocato fino all'ultimo per la vittoria. Vittoria arrivata
allo scadere, ma che poteva giungere molto prima senza le solite imprecisioni
in attacco, i miracoli di Rubinho e le cazzate di Rosetti... Brava
Roma quindi e bravo Spalletti che non si lamenta mai delle assenze e si dice sempre
contento e soddisfatto degli uomini a sua disposizione. Effettivamente perchè
lamentarsi? In fondo oggi mancavano solo: Totti, Taddei, Aquilani, Perrotta e
Mexes... |

7
NOVEMBRE 2007 - ILLUSI,
STORDITI... RINATI! Queste le tre fasi della partita disputata
stasera allo Estàdio Josè Alvalade XXI di Lisbona. Illusi dopo 4
minuti dall'eurogol di Cassetti, storditi dalla "paperona" confezionata
da Doni-Mexes per Liedson e dall'amnesia difensiva che permette allo stesso di
raddoppiare, ma rinati al 90° grazie al gol di Pizarro. Finalmente la
fortuna guarda un po' anche dalla nostra parte. Dopo tante vittorie sfumate quest'anno
negli ultimi minuti, ecco un pareggio all'ultimo minuto anche per noi. Un'autorete
(ci piace considerarla tale, viste le due consecutive deviazioni di Moutinho e
Polga) propiziata da un tiro di Pizarro da quasi 30 metri. Finalmente una bella
"sculata" che raddrizza un risultato scomodo e un pari importantissimo
per la classifica. Dopo il 2-1 eravamo tristemente appaiati allo Sporting nei
punti (6) e negli scontri diretti, ora invece ancora secondi alle spalle del Manchester
e sempre con 3 punti di vantaggio sui portoghesi. Tutto è bene quel
che finisce bene insomma, ma la Roma vista stasera merita qualche critica considerazione. Bene
fa sicuramente Spalletti intervistato a fine gara, a dire che le assenze non devono
assolutamente essere prese in considerazione e che, chi scende in campo merita
tutti gli elogi, il rispetto e non le critiche. Ma il suo pensiero non può
essere quello, ogni persona dotata di un minimo di senso critico lo sa. L'intento
del Maestro di Certaldo, da grande psicologo e motivatore, è sicuramente
quello di non pregiudicare la tenuta psicologica dei giocatori per il momento
a sua disposizione. Per quello che ci è dato vedere però, ci
scuserà il buon Luciano, le molte assenze ultimamente (soprattutto in gare
così difficili) si fanno, eccome se si fanno, proprio sentire. Non
ce ne voglia nessuno, perchè sicuramente presi uno per uno, i sostituti
visti in campo stasera dei vari Totti, Aquilani, Taddei e Panucci, fermandoci
qui senza tirare in ballo gli infortunati dell'ultimo istante: Tonetto e Mexes,
sono tutti all'altezza. Il problema però, è la contemporaneità
delle defezioni. Un conto è sostituire uno, due dei titolari suddetti,
un conto è sostituirne 4, 5 o 6 come stasera... A tal proposito, invitiamo
a leggere nel tabelino i nomi dei componenti che rimanevano in panchina dopo le
sostituzioni effettuate stasera: Curci, Pit, Antunes, Barusso. Giocatori forse
buoni per un campionato primavera, in ogni caso attualmente improponibili in Champions
League. Ci torna in mente un ex mister della Roma, il quale diceva che voltandosi
verso la panchina, veniva preso dallo sconforto perchè non trovava nessuno
da schierare. Ci sovviene anche un altro tecnico, fortunatamente mai seduto
sulla panchina giallorossa, che si lamenta di continuo perchè di 40 giocatori
messi a sua disposizione dalla società per la quale lavora, ne ha disponibili
solo 35... ma lasciam perdere !! LUCIANO SEI UN MITO!!! |

ROMA
SCIUPONA, ROMA SPRECONA. Non ci siamo ragazzi, non ci siamo proprio. Anche
oggi, un'altra (l'ennesima) occasione sprecata, sciupata per la solita mancanza
di cattiveria sotto porta, per le solite leziosità, per i soliti cali di
conventrazione. Rimontati
un'altra volta, beffati ad una manciata di minuti dal termine, ormai è la regola
quest'anno. Dopo Juve, Fiorentina e Napoli, anche Empoli risulta fatale alla
Roma. A dirla tutta, anche gli ultimi interminabili dieci minuti del derby li
abbiamo trascorsi "a glutei serrati". E la rimonta-beffa in quel caso non si è
consumata solo per la straordinaria pochezza della squadra avversaria. Gli
ultimi minuti quest'anno sembrano essere il vero punto debole di questa Roma.
Ultimi minuti nei quali paghiamo in maniera inesorabile gli errori commessi, i
gol mancati, durante tutta la partita. Decine di occasioni incredibilmente fallite
per quelli che sembrano essere i soliti motivi: la frenesia di entrare in porta
palla al piede, la manìa della giocata di fino, il tentare sempre e solo il "gol
d'autore", insomma, l'uso incontrollato del fioretto a dispetto di quella clava
che da sempre imploriamo di adoperare. Tutti se ne sono accorti, tutti lo
dicono, tutti concordiamo nell'aver individuato l'origine dei nostri peccati.
Possibile che non si riesca a trovare un rimedio, un'inversione di tendenza? Anche
Capello l'opinionista se n'è accorto e rimprovera dalla radio la Roma di essere
troppo "narcisa", troppo intenta a guardarsi allo specchio, in pratica: poco concreta.
«Abbiamo sbagliato 10 occasioni per chiudere la partita, abbiamo sprecato tutto
ciò che di buono avevamo fatto nel primo tempo», queste le parole di Spalletti
a fine partita. Caro Luciano, per quanto ci riguarda, possiamo anche concedere
10 minuti ai nostri avversari se riuscissimo a concretizzare almeno la metà delle
occasioni da gol create. La macchina che hai costruito è praticamente perfetta
e collaudata, gli ingranaggi sono ben oliati, i meccanismi tutti perfettamente
sincronizzati. Non più su questo devi lavorare Lucia'. Non più sulla tattica,
sugli schemi, cose che i nostri lupacchiotti sembrano aver ormai ben assimilato,
ma sull'atteggiamento, sull'approccio alla partita, sulla concentrazione, sulla
concretezza. |

HANNO
LIMITATO I DANNI. Per loro era la partita della vita, un primo
spareggio per allontanare lo spettro della "B".
I prossimi saranno con Fiorentina e Inter... mica baubau miciomicio. Hanno messo
in campo tutta la grinta, la cattiveria, l'agonismo possibile. E hanno perso.
Figuriamoci se entravano in campo un po' più molli, se giocavano male...
Non è quindi un derby dei più sentiti, troppa la differenza tra
le due squadre. Il risultato finale, con un solo gol di scarto è decisamente
bugiardo per quanto si è visto in campo. Una grande Roma contro una piccola
Lazie... non c'è stimolo neanche a prenderli per il culo.
ANCHE
IN TRIBUNA È SEMPRE IL CAPITANO. Totti, oggi in tribuna
a causa dell'infortunio subito contro lo Sporting, intervistato all'uscita dice:
"Lo scudetto si vince battendo le piccole..." La sua dichiarazione,
come al solito, è stata ripresa e stigmatizzate da molti addetti ai lavori
biancazzurri. Come al solito i cuginetti non hanno senso dell'umorismo e rispondono
a quella che è solo una normale battuta, con un'acidità degna dei
peggiori yogurt. Non ve la prendete, cari rosiconi, se siete una piccola squadra. CLICCA
QUI E GUARDA IL VIDEO - By Fankuvaffa... |

MIRKO
SBANCA MILANO Sarà una coincidenza, un caso, una fatalità,
ma sono due volte che Mirko Vucinic gioca da centravanti e sono due volte che
realizza il gol decisivo e regala la vittoria alla Roma. È capitato martedì
sera in Champions League con lo Sporting e la cosa si ripete oggi in quel di Milano.
L'alternativa a Totti, il centravanti che "finalizza", sembra proprio
che ce l'abbiamo in casa e non abbiamo bisogno di cercarlo fuori. Oggi siamo tutti
contenti (chi scrive in primis) per lui. Bravo Mirko. E
BASTA CO' 'STI CUCCHIAI !!! La
Roma è in vantaggio e mancano 10 minuti (più recupero) alla fine
della gara. In area milanista De Rossi viene trattenuto per la maglia e sbilanciato
da Ambrosini. Risultato: ammonizione del rossonero (è la seconda per lui)
relativa espulsione e rigore per la Roma. Splendido! Tutti pensiamo la stessa
cosa: è l'occasione per chiudere qui la partita. Passeremo il quarto d'ora
che resta a parlare di cinema polacco, di musica popolare cinese, di pesca con
la mosca, di decoupage... Daniele De Rossi si incarica di battere il penalty
e mentre tutti ci aspettiamo di veder partire un missile terra-aria dal dischetto
direzione porta rossonera, ecco quello che non ti aspetti: Danielino tenta il
"cucchiaio", ma il suo tentativo fallisce miseramente e la palla se
ne va oltre la traversa. Occasione sprecata grazie alla solita leziosità. E
come prevedibile, il Milan "ringalluzzisce" e si riversa prepotentemente
nella metà campo giallorossa. La Roma però ha il merito di non disunirsi
e controlla bene le sfuriate rossonere, riproponendo a sua volta ripartenze che
mettono in seria difficoltà l'attempata retroguardia milanista. A tal proposito,
bellissima scena la sostituzione del 39enne Maldini con la giovane promessa, l'appena
35enne Favalli. I due, insieme al "primavera" Cafù, fanno la bellezza di
110 anni... Beata gioventù. LA
PARTITA Non solo Vucinic e De Rossi però, protagonisti degli
episodi fondamentali, ma anche tanta Roma e tanto Spalletti in questa vittoria.
E da Milano, terreno a noi ostile per definizione, torniamo ancora una volta vincitori.
Bravi tutti! |

"Se
sei disposto a gettare il tuo cuore oltre l'ostacolo, nessun ostacolo ti fermerà" Forse
con questo imperativo si è scesi in campo stasera. Una sfida che è
già uno spareggio, tra due squadre che nel doppio confronto andata e ritorno
in 15 giorni, si contenderanno in secondo posto nel girone e l'accesso al turno
successivo. -Gettiamo il cuore oltre l'ostacolo!- Forse proprio
queste, le parole con le quali Spalletti ha voluto motivare la squadra, priva
di uomini importanti, nell'occhio del ciclone perchè reduce da risultati
non proprio confortanti, da vittorie sfuggite all'ultimo minuto, scivolata al
quarto posto in campionato e per questi motivi forse pericolosamente giù
di morale. Stasera niente fronzoli quindi, niente colpi di fioretto, ma solo
grinta, cuore e polmoni, per un risultato che doveva essere solo uno: la Vittoria.
E vittoria è stata! Di Juan e Vucinic le firme sui due gol che chiudono
il primo round e lanciano la Roma al secondo posto nel girone. LA
PARTITA Inizia bene la Roma, ma lo Sporting non sta a guardare.
Il pressing dei lusitani inizia molto "alto" e non lascia respirare.
Possesso palla tutto giallorosso, ma non si vedono i soliti fraseggi in velocità,
vuoi per il pressing di cui sopra, vuoi forse anche a causa della mancanza dei
soliti interpreti. Dopo appena 6 minuti, l'episodio che poteva incidere in
maniera decisiva (negativamente) sulla partita. Un intervento assassino e mai
rimarcato a dovere dai cronisti. Sulla palla che il Capitano era intento a
calciare in un'importante punizione, si avventa Liedson (fuori dalla barriera)
col piede a martello. Il Capitano, forse memore delle innumerevoli ammonizioni
subite per non aver calciato punizioni a causa di mancato rispetto della distanza,
calcia lo stesso, ma trovando l'ostacolo del piede assassino, si infrange e si
accascia al suolo. L'arbitro non solo non ammonisce Liedson, ma lascia addirittura
continuare l'azione portoghese come se niente fosse successo. Il Capitano resta
fuori per le cure del caso, lasciandoci tutti col fiato sospeso per alcuni minuti
interminabili e finalmente rientra in campo tra gli applausi. Ma da lì
in avanti non sarà più lui. Due palle gol fallite su due assist
di Mancini, due occasioni che Lui non avrebbe mai fallito, fanno presagire quello
che poi sarebbe accaduto. Possesso
palla tutto giallorosso e tanti calci d'angolo. Su uno di questi, svetta imperioso
Juan che anticipa il portiere e insacca al 15'. Neanche il tempo di esultare per
bene, che dopo 3 minuti arriva il pareggio di Liedson (proprio lui). Solita amnesia
difensiva, che lo lascia libero di colpire di testa al centro dell'area. Poteva
esserci il crollo, l'inizio della fine, ma la Roma non si smarrisce e ricomincia
subito a macinare. Ma dopo qualche minuto, ecco quello che non avremmo mai voluto
vedere: è il 35' e Totti lascia il campo per Vucinic. Il
serbo che finalmente ritrova il suo ruolo di punta centrale, sembra subito essere
animato da buone intenzioni. Intenzioni che lo portano a procurarsi un rigore
all'inizio del secondo tempo. Dopo breve consulto con De Rossi, Mancini si porta
sul dischetto. L'esecuzione non è proprio irresistibile e Tiago respinge.
Da lì in avanti solo fischi per il brasiliano e un'altra tegola per le
speranze giallorosse, un'altra battuta d'arresto che poteva tagliare le gambe.
Ma Vucinic non ci sta e al 25' con un'azione personale trova un gol fantastico
che da finalmente la meritata vittoria alla Roma. Poi molto "fisico"
e poca geometria fino alla fine, con i portoghesi intenti a velocizzare le riprese
del gioco e non più a perdere tempo come in tutto il resto della gara.
Colpevole l'arbitro in molte occasioni, di non aver punito i "perditempo"
a volte protagonisti di atteggiamenti indisponenti e plateali. Ma tant'è:
è la Roma che vince! |

CI
VOLEVA IL PALLOTTOLIERE. Uno stadio semivuoto, popolato solo di
abbonati, assenze importanti come quelle di Taddei e Aquilani, ai quali si aggiungono
Doni e Juan, reduci dalla nazionale in trasferta oltreoceano e in balìa
del Jet lag... e poi ingenuità, disattenzioni difensive, approccio sbagliato
alla partita... forse queste le ragioni giallorosse di un pareggio incredibile.
Quello che però bisogna ammettere, è che di fronte avevamo un
buonissimo Napoli, motivato e ben messo in campo da Reja, con diversi giocatori
oggi decisamente "in palla"... In casa nostra invece, di chi dovrebbe
lottare per il primato, degna di nota ci è sembrata solo la prestazione
del Capitano, di De Rossi e di Pizarro... forse un po' poco! È finita
4-4 perchè le due squadre solo 8 volte hanno centrato lo specchio della
porta. Di
fatto, il risultato ottenuto oggi,
ci costringe a riflettere: siamo veramente da scudetto? Possiamo competere con
l'Inter fino in fondo? Se la Roma è quella che abbiamo visto oggi, per
tre volte in vantaggio e per tre volte rimontata, mettiamoci l'anima in pace... UN
PARI IMBARAZZANTE Imbarazzante Curci, insufficiente sotto tutti
i punti di vista, che festeggia nel peggiore dei modi la sua neo paternità;
per fortuna imbarazzante anche Iezzo, protagonista anche lui di una prestazione
non proprio perfetta; imbarazzante prendere gol ad inizio primo tempo;
imbarazzante riprendere gol ad inizio secondo tempo; imbarazzante farsi rimontare
(in casa) 3 volte; imbarazzante parlare ancora di scudetto... |

DI
NUOVO IN CORSA. Sembrava
partir male stavolta a Parma, terra favorevole per tradizione: nel riscaldamento
si fa male Mexes. Spalletti non lo rischia e lo lascia in panchina facendo posto
a Ferrari. E invece, nonostante l'assenza del francese, in difesa passiamo un
pomeriggio
tranquillo. Vuoi per la non proprio stratosfericità dell'attacco parmigiano,
vuoi per un Juan letteralmente "monumentale" e un Ferrari perfetto,
non corriamo mai pericoli. È
vero che il vantaggio dopo 2' ha spianato la strada alla vittoria giallorossa,
ma oggi si è rivista la Roma delle prime giornate, quella che tiene il
pallino del gioco per 90', che crea decine di occasioni da gol e che alla fine
ha ragione dell'avversaria. Un solo (il solito) appunto, quello che da sempre
facciamo a questa squadra, è la mancanza di "cattiveria" sotto
porta. La continua ricerca della "giocata", anche in condizioni difficili,
quel non voler giocare mai "facile", quel continuo sfoderare il fioretto
e mai la clava. Ci fa incazzare questa Roma, ma ci fa innamorare sempre di
più. Se poi il Capitano avesse ragione quando nell'intervista di fine
partita afferma che allo scudetto si arriva vincendo con le piccole... |

ONORE
AGLI SCONFITTI L'Old Trafford proprio non ci porta bene. Ne usciamo
battuti anche stasera. Ma il tempio del calcio che ci ha visti umiliati la
volta scorsa, stavolta ci deve per forza di cose concedere l'onore delle armi.
Solo un gol, la differenza tra il Manchester e la Roma oggi. E se l'arbitro non
avesse sbagliato in alcune clamorose occasioni, avremmo forse parlato di una giusta
vittoria giallorossa. Solo
un gol, peraltro splendidamente cercato e trovato da Rooney al 71', spezza di
fatto un equilibrio che fino a quel momento c'era stato tra le due avversarie.
Prima del gol, il giovane Curci (stasera schierato al posto di Doni, colpito
da attacco influenzale poche ore prima della partita) aiutato da una difesa attenta
e reattiva, si era ben disimpegnato senza quasi mai rischiare. Che dire, grande
squadra il Manchester soprattutto qui all'Old Trafford, non siamo certo noi a
scoprirlo, perfetta sotto tutti i punti di vista e in ogni zona del campo, perfino
in quella difesa e in quel portiere che alla vigilia ci avevano dipinto come i
veri punti deboli... Ma grande anche la Roma però, che stasera ha dimostrato
di "esserci", nonostante (ci si perdoni il gioco di parole) le assenze.
Panucci e Cassetti in primis, seguiti dal succitato Doni, in questo momento non
si possono regalare... Ma su tutte ci preme ricordare Taddei, costretto al
forfait così come la volta scorsa, in quella maledetta serata di aprile
e a nostro parere pedina insostituibile nel gioco di Spalletti. Stasera con il
suo gioco a tuttocampo sarebbe stato fondamentale nel contrastare le avanzate
inglesi e nel far ripartire quelle giallorosse. La sua assenza nelle ultime partite
si è fatta sentire e non a caso i risultati ci danno ragione. Per la serie
le disgrazie non finiscono mai, 12 minuti prima del gol inglese si infortuna anche
Aquilani. A parte il dispiacere nel vedere il nostro Campione uscire in lacrime
per l'ennesimo infortunio muscolare, nessuno ci toglie dalla testa che con la
sua presenza in campo, quella palla a Rooney non sarebbe mai arrivata... In
bocca al lupo Albe'! Torna presto e... più forte di prima. Tornando
alla partita dell'Old Trafford, un buon Manchester sicuramente, ma almeno in un
paio di occasioni la Roma è stata danneggiata (stranamente anche a detta
dei vari commentatori) da "bizzarre" decisioni arbitrali. Nel primo
tempo, un fuorigioco inesistente fischiato a Mancini solo davanti al portiere,
ci ha ricordato quelli che ci hanno penalizzato nelle ultime di campionato. Per
la serie: tutto il mondo è paese. Nel secondo tempo, ancora più grave, un rigore
negato ancora su Mancini atterrato in area, qualche minuto prima del gol di Rooney,
ci avrebbe forse spalancato le porte di una vittoria storica. Dopo il vantaggio
inglese poi, la Roma costruisce almeno tre nitide occasioni da gol, che capitano
sui piedi dei vari Totti, Perrotta e (forse la più ghiotta) Esposito. C'è
da dirlo? Tutte fallite di un soffio! OK l'arbitro, ma anche noi... Insomma,
l'onta non è stata "lavata" come tutti noi avremmo voluto, ma
almeno una bella "pulita" gliel'abbiamo data. BRAVI RAGAZZI! |

UNA
ROMA INGENUA. Tanta Roma e poca Inter, ma solo per la prima mezzora.
Poi solo tante ingenuità e... ecco la sconfitta. Un ingenuo Totti
che batte troppo "morbido" un calcio d'angolo in
favore di un ingenuo Pizarro, che si fa anticipare da Maxwell e
lo fa scappare senza opporre la benchè minima resistenza, un ingenuo
Perrotta che tenta con un'improbabile scivolata di contrastare Cesar,
un ingenuo Giuly che respinge con le mani sulla linea di porta il
colpo di testa di Iibrahimovic. Rigore ed espulsione! PIÙ
CULO CHE ANIMA... L'Inter di oggi, nonostante le cazzate che i soliti
cronisti leccaculo ci lasciano intendere raccontandoci di uno "spregiudicato"
4-3-3 votato assolutamente all'attacco, si schiera invece con un prudentissimo
e piuttosto "provinciale" 4-5-1 tutto proteso più ad arginare
che a proporre... sembrava l'Ascoli di Mazzone, altro che Inter spettacolo! LA
SVOLTA. I quasi contemporanei infortuni di Dacourt e Iibrahimovic,
costringono all'inizio della ripresa, l'allenatore più forte d'Italia a
far entrare (suo malgrado) due attaccanti: Crespo e Cruz. Tutti a ribadire la
"spregiudicatezza" e la straordinaria predisposizione interista al gioco
d'attacco, nessuno fa caso che la Roma gioca in 10 e nessuno nota che in panchina
l'Inter dispone solo di attaccanti (Solari, Suazo e Adriano, che insieme a quelli
che sono entrati, faranno più di 200 miliardi?)... e adesso ci dicono che
la partita l'ha vinta Mancini... ma fatela finita ! GOLIA
BATTE DAVIDE Le differenze sono quelle di sempre: da una parte i
soldi, tanti e da spendere anche solo per togliere pedine importanti dal mercato,
per non permettere alle avversarie di rinforzarsi (leggi Chivu e Suazo) più
che per propria necessità, dall'altra la capacità di gestire i pochi
liquidi a disposizione con operazioni mirate e scientifiche. Da una parte almeno
30 giocatori di livello superiore e un allenatore che si lamenta del numero esiguo
messo a sua disposizione, dall'altra 11 titolari e (quasi) altrettante riserve,
ma un allenatore che nonostante le assenze afferma di schierare sempre la formazione
migliore. Da una parte Golia e dall'altra Davide. Stavolta ha vinto Golia. Si
chiude qui il trittico di scontri diretti con un magro bilancio di 2 punti. Si
torna per forza di cose coi piedi per terra, cosa peraltro già ribadita
da queste pagine in tempi non sospetti, certi di non essere inferiori a nessuna
delle squadre finora incontrate, ma consapevoli anche dei limiti mostrati. Mettici
anche qualche arbitraggio... |

GIOCHIAMO
PER VINCERE Nonostante
la pesante assenza del Capitano, di Perrotta e Cassetti, nonostante il non impiego
dall'inizio a scopo precauzionale di
Juan, Aquilani e Panucci, nonostante una situazione ambientale che farebbe pensare
ad un'atteggiamento perlomeno guardingo dei giallorossi, la Roma scende in campo
e gioca per vincere anche questa partita. Il secondo scontro diretto in 3
giorni, in attesa del prossimo tra altri 3 (sabato con l'Inter), ci vede ancora
una volta protagonisti di una gara eccezionale sotto il profilo dell'impegno e
della qualità, ma si chiude con un pari che, a parer nostro ancora più
di quello con la juve, per quanto espresso e per le difficoltà di cui sopra,
non dovevamo raccogliere, meritando la vittoria. Bella partita, affrontata a viso
aperto da entrambe le squadre (anche la Fiorentina giocava per vincere), ma che
è stata condizionata a nostro avviso, da una conduzione arbitrale che definire
scarsa è forse un eufemismo. Siamo abituati: alla Roma non è mai
bastato vincere per arrivare a centrare obiettivi importanti, ma abbiamo sempre
dovuto stra-vincere. Quando ad altri basta l'1-0, magari segnato in fuorigioco,
a noi servono 3 gol di scarto e a volte nemmeno quelli bastano... SEMPRE
CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI. A
FORZA DE FA' I SIGNORI, QUESTI CE FANNO ER BISCOTTO ! Alla
fine potrebbe essere considerato anche un giusto pareggio, tra due squadre che
si sono affrontate a viso aperto, che hanno cercato entrambe la vittoria senza
risparmiarsi. Un occhio poco attento, un occhio superficiale, potrebbe giudicare
così la partita vista stasera. I commenti dei cronisti e degli addetti
ai lavori poi, di certo non aiutano ad avere la giusta impressione su quanto effettivamente
è accaduto in campo.... L'avevamo capito subito, ormai abbiamo fatto
l'occhio e l'abitudine a certe situazioni ed a certe "atmosfere", che
stasera non sarebbe stato facile, non solo per l'avversaria come detto ben disposta,
ma per una conduzione arbitrale... incapace? In malafede? Di sicuro nettamente
contro. L'ammonizione comminata a Mexes dopo un quarto d'ora, è il preambolo
di una direzione praticamente a senso unico. Il francese ammonito da Bergonzi
per aver subìto il fallo di Pazzini e non per averlo commesso; alcuni fuorigioco
inesistenti che ci avrebbero spalancato la via della rete, segnalati da bandierine
incompetenti (o in malafede?) e avallati dal fischietto genovese (incapacità?
malafede?); interventi assassini (Donadel su Aquilani al 44' pt) e da espulsione
diretta, puniti con il giallo; un rigore nettissimo su Giuly ignorato completamente;
per finire con una gomitata volontaria di Mutu su Cicinho al 33' st punita
anch'essa con il giallo (quando il regolamento impone l'espulsione diretta); dulcis
in fundo, l'azione del rigore segnato da Mutu, parte dallo stesso per arrivare
a Vieri atterrato in area da Ferrari. In sostanza, con il rumeno espulso,
l'azione non partiva e il rigore non c'era... ma questa è fantascienza.
MA ER BISCOTTO COMINCIA A AGOSTO Un calendario
da neo-promossa, con tre scontri diretti uno dopo l'altro in 8 giorni (Juve-Fiorentina-Inter),
mentre le altre pretendenti giocano partite sulla carta molto più facili,
secondo noi meritava una "sollevazione" maggiore. Ora cominciano i problemi
con gli arbitri e se un segnale non ci sarà nemmeno stavolta, mettiamoci
l'anima in pace... Forse
l'atteggiamento signorile, senza mai protestare, il "basso profilo"
sicuramente bello nell'intenzione, quel non far mai sentire la propria voce nelle
sedi opportune, quel non voler mai valere le proprie ragioni, potrebbe dare adito
a questi signori di continuare nel danneggiarci. La nostra speranza è
quella di vedere, finalmente, qualcuno che si incazza e che denuncia apertamente
la situazione. Non per piangere, noi siamo L'AS ROMA, ma per non passare da fessi...
FORZA ROMA
!! |

UNA
BEFFA, IL PAREGGIO CI VA STRETTO. La prima (mezza) battuta d'arresto
di questa stagione. Dopo tre vittorie in altrettante partite di campionato, arriva
lo stop in una sfida pareggiata più per episodi negativi e per gambe che
risentono per forza di cose della partita giocata (e vinta) mercoledì in
Champions, che per effettivi meriti della (ex) signora. Una partita che per quanto
si è visto in campo, contando le occasioni create e purtroppo fallite dai
giallorossi o sventate da Buffon, meritava un epilogo decisamente diverso. E invece
eccoci beffati a due minuti dalla fine, grazie a un "controfallo" concesso
in zona d'attacco, ad un'insolita dormita difensiva e
ad una sculata di Iaquinta che di nuca, spalle alla porta, riesce a superare Doni.
Per questi motivi casuali, non per demeriti giallorossi, si è giunti ad
un risultato che mortifica tutto il grande lavoro della Roma e premia solo i bianconeri
che invece dall'inizio hanno cercato solo di limitare i danni. Testimonianza
di questo, sono i grandi festeggiamenti di giocatori e tifosi juventini a fine
partita. Bello vedere la grande juve venire all'Olimpico come una provinciale
a fare barricate e confidando solo nel contropiede, con l'unico intento di arginare
le giocate giallorosse. Il tridente con cui si è schierata oggi non deve
assolutamente ingannare, vista la scarsità delle azioni d'attacco prodotte.
Dopo un primo tempo che ha visto 3 soli tiri in porta juventini: il gol di Trezeguet
(sparito poi per tutta la partita) un tiro di Del Piero neutralizzato da Doni
e una punizione dello stesso finita sopra la traversa, il secondo tempo non ha
infatti mai visto un bianconero tirare in porta, se non su rigore. È
bello vederli festeggiare, che tenerezza... |

LA
"ROMA PERFETTA" LAVA L'ONTA EUROPEA A tre anni
da quella maledetta serata in cui Roma città e Roma squadra, fecero (facemmo)
una figura terribile. Per meglio dire, la città venne dipinta come una sorta di
"culla dell'inciviltà", dove il lancio di oggetti in campo sembrava essere
prerogativa dei soli romani (incivili per antonomasia), salvo poi accorgersi che
tale pratica era (ed è) ampiamente diffusa in molti altri stadi d'Italia
e d'Europa, ma questo è solo un dettaglio, così come lo è
un motorino buttato giù dalle gradinate, o un petardo lanciato in testa
al portiere avversario... volendo parlare di una sola tifoseria e di una città
simbolo di civiltà e tolleranza... La squadra invece, in quel periodo
già mortificata dai cambi in corsa di allenatore e da una situazione societaria
non proprio eccezionale, venne fatta oggetto di innumerevoli e impietose critiche
che, come al solito quando si parla di Roma, non tennero mai conto delle attenuanti.
La stagione di Champions League (così come tutto il resto) finì
come tutti sappiamo... IL DESTINO HA DECISO DI DARCI
UN'ALTRA POSSIBILITÀ. Esattamente
tre anni dopo (era il 15
settembre 2004): stesso stadio, stessa competizione europea, stessa avversaria.
Stesso tutto quindi, ma non la stessa Roma. La Roma di oggi, quella di Spalletti
per intenderci, è decisamente un'altra squadra rispetto alle precedenti ultime
"versioni", nessuno ce ne voglia. Grande gioco di squadra, abnegazione, sacrificio,
spirito di gruppo, tutte cose che sembravano impossibili da trovare a queste latitudini.
Tutte cose che, unite alla grande qualità degli interpreti, fanno di questa
squadra una tra le più belle d'Italia e d'Europa. Se n'è accorta
anche la Dinamo stasera, sovrastata in ogni zona del campo e dominata dall'inizio
alla fine. Il risultato, frutto dei gol di Perrotta e Totti, è decisamente
bugiardo nelle proporzioni. Molte le occasione fallite di un soffio anche stasera.
Due pali su tutte e qualche errore in fase di conclusione, hanno fatto sì
che il risultato non mortificasse oltremodo i volenterosi ucraini, già
ampiamente umiliati dalla supremazia giallorossa. ADESSO
MANCHESTER Lavata
l'onta di 3 anni fa, rimane ora quella più recente, la peggiore. La
prossima sfida di Champions League sarà proprio quel Manchester-Roma che
in tutti noi evoca tristi ricordi. Senz'altro la sconfitta più umiliante
della storia giallorossa, venuta lo scorso anno inaspettata, in un momento in
cui dopo Lione,
tutto ci sembrava possibile, persino la finale ad Atene. E invece, ecco la sorpresa!
Forse proprio l'incoscienza, unita alle importanti (e mai rimarcate dalla critica)
assenze di quella sera, fu causa di quella disfatta. Stavolta non ci saranno
sorprese, conosciamo già tutto: lo stadio è lo stesso, gli avversari
anche, non ci saranno alibi. Come l'anno scorso la sfida dell'Old Trafford arriva
dopo una vittoria netta, limpida, per 2-0. Per il gioco di cui sopra e per l'Onore
di Roma, il risultato dovrà essere un altro. FORZA ROMA! |

...STI
LUPACCHIOTTI DE STA ROMA BELLA. Bella
da morire, perfetta nei meccanismi, letale alla lunga, ma fatalmente troppo poco
cinica, quasi mai spietata e assolutamente mai cattiva, come una grande deve essere.
Oggi abbiamo rischiato oltre il dovuto non contro una "grande" blasonata,
ma contro una "piccola", anche se ben messa in campo e molto volenterosa.
Una partita che avremmo potuto e dovuto far nostra più agevolmente. Forse
c'è ancora un po' troppo fioretto e poca clava in questa
nostra fantastica Roma. Forse ancora un po' troppo narcisa, troppo intenta a guardarsi
allo specchio e troppo poco concreta, troppo poco incline a mettere subito al
sicuro il risultato, troppo poco propensa al colpo del KO. Ma in fondo...
come darle torto? A volte anche noi ci incantiamo nel vederla giocare al gatto
col topo, ammirandone la manovra, il possesso palla, la velocità dei movimenti
e di esecuzione
degli schemi, i piedi buoni dei nostri Campioni... Speriamo solo che tutto questo
non lo si debba pagare contro chi fa del suo essere cinica la sua forza, di chi
randella e sfascia gioco invece di proporlo, ma quando l'unica occasione da gol
le capita, la sfrutta.. NON
ANCORA FUGA ! Con la vittoria di oggi e la contemporanea sconfitta
della juve, la Roma è da sola in testa alla classifica. Sensazione bellissima
che non provavamo da qualche anno, ma forse troppo presto per definirla, obiettivamente,
una vera e propria fuga... Ecco invece le prime dichiarazioni finto-bevevole
di chi è costretto dalla situazione a dire bene della Roma, di chi sale
sempre sul "carro vincente", ma si augura che dal suddetto carro possano
scivolare e cadere i nostri lupacchiotti, per far posto a qualcun altro... Sono
già iniziati i primi titoli-scongiuri di giornali e trasmissioni in pieno
stile "esorcista" che con quei "ROMA IN FUGA" nascondono
la loro vera speranza che è quella di veder subito interrotta la suddetta
fuga e che con domande provocatorie dopo solo tre giornate ("...la
Roma vincerà il campionato?") a Spalletti ed a Totti, vorrebbero
avere materiale per sfottere gli stessi, qualora in seguito la cosa non si concretizzi. Non
cadiamo quindi nei tranelli mediatici, manteniamo i piedi per terra. Le prossime
3 partite di campionato ci diranno se siamo solo belli o se possiamo veramente
lottare per traguardi importanti. Juve, Fiorentina e Inter nell'ordine, saranno
un banco di prova importante per testare la reale forza di questa Roma. Lasciamo
a chi ci elogia solo per esorcizzarci i titoli ad effetto. Noi grattiamoci le
palle e gridiamo solo FORZA ROMA !!! |

AVANTI
CON CLASSE. È
la prima in casa. Dopo l'esordio vincente a Palermo, l'Olimpico tutto giallorosso
fa da splendida cornice alla cerimonia di consegna della "scarpa d'oro"
al Capitano. Totti ritira il premio tenendo in braccio suo figlio Cristian.
Una scena bellissima con il piccolo capitano affascinato e per niente frastornato
dall'ambiente e dalla confusione che circondano l'avvenimento, che non vuole lasciare
suo padre e quasi rifiuta l'abbraccio di Vito Scala, l'amico addetto a riportarlo
di corsa alla mamma. LA
PARTITA Dopo il bellissimo preambolo, ecco la partita. Una gara
che, vista l'euforia con il quale si è aperto oggi il pomeriggio all'Olimpico,
poteva dare problemi sul piano della concentrazione. Niente di tutto questo invece.
La Roma parte subito forte e schiaccia il Siena nella sua metà campo. Spazi
intasati con i toscani che difendono a pieno organico e non lasciano spazio ai
tentativi giallorossi di entrare in area palla al piede. Ci vuole una "perla"
da fuori del bravissimo Aquilani per violare la porta difesa da Manninger. Un
tiro di rara potenza e precisione, un tiro alla Aquilani appunto. Il giovane talento
giallorosso ha già le chiavi del centrocampo e non fa rimpiangere per il
momento il cileno Pizarro. Testa alta, grande visione di gioco, ma anche tanto
fiato, tanta corsa e tanta "tigna" nell'interdire. Un centrocampista
completo che se avrà risolto i problemi fisici che lo hanno afflitto l'anno
scorso, potrà rivelarsi un'arma in più di questa Roma. Forza Alberto!
Altri due gol per chiudere la pratica. Il secondo arriva grazie ancora al piede
fatato di Aquilani che libera solo davanti al portiere Giuly, il quale non sbaglia
e trafigge Manninger. Il terzo e ultimo, forse il più bello, lo realizza
il Capitano. Fuga dalla linea di centrocampo, penetrazione, dribbling secco al
limite dell'area sul malcapitato Bertotto e destro violento e preciso a bruciare
ancora una volta il portiere senese. Nel frattempo, occasioni da una parte
e dall'altra: una traversa colpita dal solito Aquilani, un paio di salvataggi
di Doni su Maccarone e su Vergassola, una ghiottissima fallita da Giuly, liberato
da una magia del Capitano, un'altrettanto ghiotta sparata alta da Corvia a portiere
battuto. PIEDI
PER TERRA Niente proclami quindi, niente di niente. Seguiamo le
indicazioni di Spalletti, quelle che anche da qui abbiamo sempre condiviso, continuiamo
quindi a volare bassi e a pensare ad una partita per volta. Massima fiducia nei
nostri mezzi, ma massimo rispetto degli avversari. Solo così potremo arrivare...
POO-POPO-POPOPOO-PO... |

PARTITI
COL PIEDE GIUSTO. Roma
perfetta subito. Con un primo tempo strepitoso e una ripresa a controllare la
reazione dei siciliani, i giallorossi sbancano Palermo alla prima di campionato.
Una vittoria importante non solo perchè partire bene è di buon
auspicio, ma anche perchè l'avversaria di oggi non è certo di quelle
cosiddette "facili". Il Palermo, a dispetto del risultato di oggi, si
dimostra una buonissima squadra. Vedremo nel prosieguo del campionato, in quanti
riusciranno a fare risultato al "Barbera". Il successo giallorosso
è frutto del gioco, dell'intesa, dell'abnegazione, del "gruppo"
insomma. Questo gruppo, siamo sicuri, ci darà ancora soddisfazioni. |

IL
PRIMO TROFEO LO VINCE LA ROMA Iniziamo così come avevamo
finito: alzando una coppa a Milano. Dopo la Coppa Italia giunta nel finale
della passata stagione, ecco la Supercoppa Italiana per ben iniziare la prossima.
L'avversaria è sempre la stessa: l'Inter stellare, l'Inter miliardaria,
l'Inter che anche in questo mercato ha fatto razzia di campioni, l'Inter del presidente
spendaccione, l'Inter dell'allenatore più sopravvalutato della storia...
l'Inter che anche stavolta abbiamo battuto. Vincere è bellissimo, ma
lo è mille volte di più quando la vittoria arriva dominando un'avversaria
così forte e così "antipatica", sul suo campo. GRANDE
ROMA !!! 
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