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L'AS ROMA
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LA STORIA
SCUDETTO 1941-1942 SCUDETTO 1982-1983 SCUDETTO
2000-2001
COPPA DELLE FIERE CONFERENCE LEAGUE IL DERBY

Agli inizi del 1900 il gioco del calcio inizia a diffondersi in Italia. Negli anni successivi, mentre al nord le realtà calcistiche aumentano la loro forza ed il loro potere economico-sportivo, grazie a quelle che ora definiremmo "sinergie" molteplici, a Roma questo sport è praticato da tante piccole realtà di quartiere, in una sorta di rivalità dovuta spesso al grande distacco sociale tra gli abitanti di uno e dell'altro.
Nel 1926 sono 8 le società romane iscritte alla prima divisione regionale: S.S. Alba e C.S. Audace, U.S. Romana, S.G.S. Fortitudo, S.S. Pro Roma, C.R. Juventus Audax, Roman F.C. e S.S. Lazio. Decisamente troppe per una città sola, con un inevitabile disgregamento di forze che rendeva impari la competizione con le grandi del nord.

Nel corso del campionato 1926-27, emergeva evidente la grande differenza di valori tra le piccole e frammentate società calcistiche centro-meridionali e le potenti realtà del nord. Tutto lasciava presagire ad una conferma di posizioni anche nel successivo campionato 1927-28, cui avrebbe partecipato anche la Lazio, appena tornata nella massima serie, dopo aver frequentato una a lei sicuramente più consona serie B, in cui era scesa l'anno prima. Italo Foschi elaborò un piano per creare una sola grande squadra in rappresentanza della Capitale. Una squadra forte, frutto della fusione di tutte quelle che fino a quel momento avevano lottato per uno sterile predominio circoscritto ai confini di Roma (il G.R.A. ancora non esisteva).

Furono questi i motivi che spinsero alla fusione i futuri fondatori dell'AS Roma, uniti al fatto che nell'aprile 1927, le discipline olimpiche in Italia venivano tutte riunite sotto l'egida e il coordinamento del CONI e i regolamenti sportivi dell'epoca fascista. Italo Foschi in primis, si rese conto che la Roma sarebbe dovuta nascere quanto prima per evitare che le autorità politiche e i nuovi orientamenti FIGC volti alla promozione di “processi aggregativi”, imponessero altre fusioni, come quella in progetto tra S.S. Lazio e Fortitudo, sotto il nome di Lazio-Fortitudo appunto, come proposto dal generale Giorgio Vaccaro, da poco nominato vice presidente della S.S. Lazio.
I dirigenti delle società romane accettarono di buon grado il progetto di Foschi, dando luogo ad una serie di fusioni che videro così ridurre progressivamente il numero delle squadre, fino all'ultima, la più importante, quella tra Alba, Fortitudo e Roman che portò alla nascita della ASSOCIAZIONE SPORTIVA ROMA, per la quale si decise di adottare i colori della città, il GIALLO e il ROSSO, confermando a chi non l'avesse ancora capito, la ferma volontà di rappresentare ROMA.


I fondatori

 

Italo Foschi
Italo Foschi

 
Un documento pubblicato sul sito ufficiale dell'AS ROMA, stabilisce come data di fondazione quella del 7 giugno 1927, a Roma, in via Forli 16 (presso lo studio dell'avv. Italo Foschi), quando venne sancita di fatto la fusione fra le tre società sportive romane: Fortitudo-Proroma, presieduta dal marchese Sacchetti; Roman Football Club, presieduto da Vittorio Scialoja ed Alba-Audace, presieduta dall'on. Igliori.
I quadri societari e le operatività furono invece fissate con il primo documento ufficiale: l'ordine del giorno n. 1 emanato il 22 luglio 1927 al civico 35 di via degli Uffici del Vicario, firmato da Italo Foschi, che finalmente dopo molti mesi di riunioni e trattative, riusciva nell'idea di riunire gli sportivi Romani intorno ad una grande squadra che rappresentasse la citta e potesse contrapporsi con più forza alle squadre del nord.
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Lo stesso Italo Foschi ne assunse la presidenza, mentre la presidenza onoraria fu offerta a Umberto Guglielmotti, lo stemma scelto fu la lupa capitolina e i colori sociali, nei quali in futuro si riconosceranno i tifosi, furono quelli del gonfalone del Campidoglio: il giallo e il rosso. Colori che i dirigenti della Lazio avevano snobbato, infatuati, agli albori del secolo, del mito greco di Olimpia. Avevano scelto quelli della bandiera greca, con una decisione probabilmente incomprensibile alle masse, che invece accorsero subito al richiamo di Roma e dei vessilli capitolini. E questo forse serve a spiegare perché la Roma fu subito visceralmente popolare, cara alla gente dei vecchi rioni e del suburbio. Restava da definire la squadra. La commissione tecnica allora guidata dall'avvocato Piero Crostarosa, ingaggia, con uno stipendio mensile di Lit. 30.000, i giocatori migliori delle tre squadre preesistenti. Della formazione dell'"Alba", il cui campo era nell'attuale Piazza Melozzo da Forlì, furono scelti: Ballante, Angelo Bianchi, il terzino Corbyons, Chini, Degni, Fasanelli, Mattei, Rovida, Ziroli e Celestini. Dalla Fortitudo, che giocava alla "Madonna del Riposo, furono ingaggiati: Bramante, Antonio Bianchi, Cappa, Canestrelli, De Micheli, Ferraris IV, il "biondino di Borgo Pio" campione mondiale nel '34, Preti, il portiere Rapetti, Scocco, Scardola, Sbrana, Zamporlini. Infine, dal Roman, la prima società di calcio costituita a Roma (1901): Giorgio Carpi, l'unico giocatore che non volle mai essere pagato, Bossi, Fosso, Isnaldi e Maddaluno. Come allenatore fu scelto il tecnico inglese William Garbutt, in carica dal '27 al '29, mentre "Angelino" - il massaggiatore Angelo Cerretti - fu testimone delle vicende romaniste per oltre quarant'anni. L'entusiasmo e il calore con cui i tifosi avrebbero sostenuto la Roma fu subito testimoniato nell'amichevole con gli Ungheresi della Ujpest, disputata il 18 luglio '27, al Motovelodromo Appio. Il 25 settembre inizia il campionato. La squadra giallorossa esordisce con un 2-0 contro il Livorno. La formazione: il capitano Ferraris IV, Rapetti, Mattei, Corbyons, Degni, Rovida, Ziroli, autore del primo goal del campionato, l'ungherese Bussich, Cappa, Fasanelli, che segna il secondo goal, Chini. In questo campionato, la Roma si piazzerà all'ottavo posto con diciotto punti. L'anno successivo, battendo il Modena in finale, la Roma conquista la Coppa CONI, antenata della Coppa Italia. Sacerdoti subentra ad Italo Foschi nella presidenza della società. Gli anni '29 e '30 sono anni di grandi avvenimenti per la Roma e per il calcio italiano. Il campionato è ora a girone unico, la Roma sostituisce l'allenatore Garbutt con Baccani e, successivamente, con Burgess. Alla quinta partita di campionato, la Roma inaugura il suo stadio, il mitico Testaccio, che per dieci anni fu simbolo del carattere della squadra e dei suoi tifosi. Il '29 fu anche l'anno del primo Derby di campionato. Sarà, infatti, solo nel dicembre di quell'anno, che si affronteranno le due Società calcistiche capitoline. La Roma vincerà per 1-0 con un gol di sciabbolone Volk. Ancora, nel girone di ritorno il campo Testaccio ospiterà la vittoria della Roma sulla Lazio, gol di Bernardini, Volk e Chini.


I PRESIDENTI

1927 - 1928 Italo Foschi
1928 - 1935 Renato Sacerdoti
1935 - 1936 Vittorio Scialoja
1936 - 1941 Igino Betti
1941 - 1944 Edgardo Bazzini
1944 - 1949 Pietro Baldassarre
1949 - 1952 Pier Carlo Restagno
1952 (giugno-novembre) Romolo Vaselli
1952 - 1958 Renato Sacerdoti
1958 - 1962 Anacleto Gianni
1962 - 1965 Francesco Marini-Dettina
1965 - 1968 Franco Evangelisti
1968 - 1969 Francesco Ranucci
1969 - 1971 Alvaro Marchini
1971 - 1979 Gaetano Anzalone
1979 - 1991 Dino Viola
1991 (da gennaio ad aprile) Flora Viola
1991 - 1993 Giuseppe Ciarrapico
1993 (maggio-novembre) Ciro Di Martino
1993 - 2008 Francesco Sensi
2008 - 2011 Rosella Sensi
2011 (luglio-settembre) Roberto Cappelli
2011 - dal 27/09/2011 Thomas DiBenedetto
2012 - dal 27/08/2012 James Pallotta
2020 - dal 17/08/2020 Dan Friedkin

 

I PRESIDENTI SCUDETTATI
Edgardo Bazzini
Edgardo Bazzini

Dino Viola
Dino Viola
Franco Sensi
Francesco Sensi

 

Molti i presidenti che dal 1927, negli anni si sono succeduti alla guida della società giallorossa.
Il primo fu Italo Foschi che però già l’anno successivo alla fondazione, per impegni parlamentari, decise di consegnare la società nelle mani di Renato Sacerdoti, uomo che ricoprì un ruolo di primo piano nella storia della società giallorossa. La sua presidenza fu tra le più lunghe della storia della Roma, con alti e bassi, ritiri e rientri. A Sacerdoti, verso la fine degli anni Trenta, successe prima Scialoja e poi Betti, presidenti che prepararono il terreno per la scalata al primo scudetto giallorosso, giunto nel 1942 sotto la presidenza di Edgardo Bazzini. Il 18 novembre 1944, quando la seconda guerra mondiale era ancora in corso l’Assemblea dei soci nominò l’on. Baldassarre, che rimase al comando della Roma per i quattro anni successivi e che si impegnò per assicurare in qualche modo la continuità dell’attività calcistica a Roma.

All’on. Baldassarre subentrò Pier Carlo Restagno che guidò la società per due anni per poi riconsegnarla nella mani di Romolo Vaselli al quale succedè Renato Sacerdoti, pronto ad altri sei anni di passionale presidenza.
Dopo di lui tocco ad Anacleto Gianni, e successivamente a Marini Dettina e poi ad Evangelisti. Dopo una sola stagione da presidente di Francesco Ranucci, arrivò Alvaro Marchini, il quale passò alla storia per i suoi continui litigi con il "mago" Helenio Herrera. Marchini decise di dimettersi quando, a seguito della cessione alla Juventus dei tre gioielli giallorossi Capello, Spinosi e Landini, incominciarono furiose contestazioni da parte della tifoseria giallorossa. Seguirono gli otto anni di presidenza di Gaetano Anzalone, durante i quali la società non riuscì ad ottenere risultati soddisfacenti.

Agli inizi degli anni Ottanta la guida della società giallorossa passa nelle mani di Dino Viola che riesce a risollevare l’immagine della società ed a conquistare il secondo scudetto.
Dopo la sua scomparsa, nel gennaio del 1991, la signora Flora prese le redini della società. Seguirono due anni di gestione Ciarrapico nella quale la società conobbe uno dei periodi più neri dal punto di vista economico-finanziario. A lui fece seguito la gestione momentanea della coppia Sensi-Mezzaroma (con presidente il generale Di Martino). Durante la stagione 1993-’94 Francesco Sensi rileva la maggioranza delle quote e diventa così il diciannovesimo presidente della storia giallorossa. A lui va riconosciuto il grande merito, tra alti e bassi sportivi, lotte al Palazzo, squalifiche e diffide, anche a discapito della sua salute, di non aver mai mollato la Roma e anzi, di avere vinto il terzo scudetto della storia giallorossa. Ci lascia il 17 agosto 2008, dopo 15 anni di presidenza. Il timone passa alla figlia Rosella che raccoglie la pesante eredità paterna. Pesante anche e soprattutto dal punto di vista economico. Dopo anni di buoni risultati a livello nazionale e internazionale, nel luglio 2010 Rosella Sensi, ormai alle strette, firma un accordo di "resa": tutto il patrimonio di Italpetroli (controllante AS Roma) passa a Unicredit, L'accordo prevede che l'asset AS Roma venga ceduto.

 

Il 18 agosto 2011, si annuncia il "...perfezionamento dell'acquisto della partecipazione di maggioranza in A.S. Roma". Un accordo che prevede da parte di una cordata statunitense, l'acquisizione del 60% delle quote societarie, lasciando il restante 40% nelle mani di Unicredit. Thomas Di Benedetto assumerà la carica di presidente dopo il consiglio di amministrazione tenuto a settembre.
Il 27 settembre 2011 il presidente ad interim Roberto Cappelli cede quindi il testimone a Thomas Di Benedetto che diventa il nuovo presidente dell'A.S. Roma. Dopo un anno, il 27 agosto 2012, gli succederà James Pallotta, presidente non molto fortunato. Con lui la Roma crescerà dal punto di vista economico-finanziario e del valore dell'organico, ma non riuscirà in quello che i tifosi speravano: vincere trofei. Il rapporto coi tifosi non è mai stato idilliaco, ma tolti i primi due anni e gli ultimi due di presidenza Pallotta, con lui la Roma è rimasta stabilmente nel gotha del calcio italiano, arrivando 3 volte seconda, due volte terza e centrando un traguardo storico; una semifinale di Champions League che solo due arbitraggi scandalosi hanno fatto sì che per la Roma non diventasse finale.

Dopo una trattativa già praticamente conclusa a marzo, ma interrotta dalla pandemia covid-19, il 5 agosto 2020 vengono annunciate le firme sul contratto preliminare, primo passo verso il definitivo passaggio di consegne dell'AS Roma da James Pallotta a Dan Friedkin. La chiusura dell'accordo è prevista per la fine di agosto.

17 agosto 2020, intorno alle 15:30 (ora italiana), Dan Friedkin è ufficialmente il 25° Presidente della nostra storia. Il Friedkin Group ha annunciato l’acquisizione attraverso la Romulus and Remus Investments Limited Liability Company, di circa l’86,6% del capitale sociale del Club e lancerà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni ordinarie rappresentative di circa il 13,4% del capitale sociale. (fonte: AS Roma)
L'acquisizione avviene, a conferma di come si fosse arrivati alla chiusura dell'accordo prima che la pandemia covid-19 fermasse il mondo, attraverso una nuova società (la Romolus and Remus Investments) costituita il 26 febbraio 2020 e con un nome che dice tutto.
Thank you James, good luck Dan!

14 settembre 2022, la Roma esce dalla borsa dopo quello che gli esperti definiscono lo squeeze out, ossia la vendita obbligatoria ai proprietari della società (il gruppo Friedkin) del poco meno del 4% rimasto ai privati/piccoli azionisti. Questo dopo la conclusione dell’Opa varata dai Friedkin il 23 maggio scorso. Opa che si è conclusa il 22 luglio, con il raggiungimento del 96,126% dell'intero pacchetto azionario. Ben oltre la soglia del 95%, che consente a una società di dare il via definitivo al delisting ed all'uscita da piazza Affari. Niente più Consob, né comunicati mensili e né obblighi burocratici che per legge una società quotata è costretta a rispettare. Tradotto: più libertà di movimento.


GLI ALLENATORI

Molto lunga è la lista di allenatori che si sono alternati nel tempo sulla panchina della Roma, tanto da poterla considerare una delle più "roventi" del calcio italiano. Spesso ci si è affidati ad allenatori stranieri, a cominciare dal primo, l’inglese William Garbutt che Italo Foschi volle a tutti i costi, strappandolo al Genoa dove aveva appena conquistato un tricolore. Successivamente Burgess, Baar e Kovacs fino ad arrivare al campionato 1933-’34 nel quale la panchina fu affidata a Luigi Barbesino, primo allenatore italiano a sedersi sulla panchina giallorossa dove rimase per ben quattro campionati ottenendo discreti risultati. Con il cambio della presidenza da Sacerdoti a Betti, arrivò Guido Ara e successivamente l’ungherese Alfred Schaffer, il tecnico che regalò il primo scudetto alla Roma nella stagione 41-42.

Con gli anni Cinquanta iniziano i momenti più critici per la Roma che arrivò, infatti, a cambiare addirittura tre allenatori nella stessa stagione. Negli anni Sessanta e Settanta arrivarono i cosiddetti "maghi" del pallone, Pugliese ed Herrera, per giungere poi al lungo periodo di Nils Liedholm (il Barone), svedese che ha guidato la squadra per ben undici campionati suddivisi in tre diversi periodi, vincendo nella stagione 82-83 il secondo scudetto della storia giallorossa e raggiungendo l'anno dopo la finale di Coppa dei Campioni, persa ai rigori con il Liverpool.

Dopo Liddas, sotto la presidenza Viola, toccò ad un altro svedese Sven Goran Eriksson, fautore del gioco a zona con pressing, profondo conoscitore dei sistemi di preparazione fisica. Con lui la Roma espresse il miglior calcio degli ultimi decenni, un gioco spettacolare e vincente che portò la squadra giallorossa ad essere protagonista del campionato ‘85-’86 che resterà per sempre nella memoria dei tifosi. Dopo una splendida rimonta nei confronti della Juve, la Roma fallì l’aggancio perdendo, incredibilmente, la gara interna contro il Lecce. Nello stesso anno conquistò la sua sesta Coppa Italia.

Dopo Eriksson toccò a Gigi Radice, che ebbe un ottimo rapporto con la tifoseria, ma non riuscì ad ottenere soddisfacenti risultati. Dopo solo un anno Viola affidò la panchina ad Ottavio Bianchi. Con lui la Roma vince la sua settima Coppa Italia e sfiora il successo in Coppa Uefa, perdendo in una doppia finale con l'Inter, non senza recriminazioni per alcune decisioni arbitrali a sfavore.

Il cambio al vertice della società porta sulla panchina giallorossa Vujadin Boskov e successivamente Carlo Mazzone, core romano che però non verrà ricordato per i suoi risultati. Infatti dopo le sue tre stagioni altalenanti, Sensi affida la panchina a Carlos Bianchi, allenatore che in Argentina aveva vinto tutto quello che c'era da vincere con il suo Vélez Sarsfield (tre campionati, una Copa Libertadores, una Coppa Intercontinentale ai danni del Milan e una Coppa Interamericana), ma autore di veri e propri disastri nei suoi pochi mesi a Roma. Licenziato dopo una serie infinita di risultati negativi e di scelte tecniche incomprensibili (questo signore in estate aveva praticamente venduto Totti alla Samp, per rimpiazzarlo con Litmanen), ad aprile 1997, la panchina viene affidata alla coppia Liedholm-Sella (quest'ultimo allenatore della primavera).

Nella stagione successiva, arriva un cambio di rotta importante per la storia della Roma con il boemo Zdenek Zeman. Con lui la Roma troverà un gioco spumeggiante, offensivo e prolifico, ma nessun risultato importante, a causa di un atteggiamento un po' troppo offensivo e poco attento nella fase di difesa.

Nelle 5 stagioni successive (dalla 1999-2000 a quella 2003-2004) la Roma è guidata da Fabio Capello, allenatore con cui arriva il terzo scudetto nella stagione 2000-2001 e la Supercoppa Italiana l'anno dopo. La sua permanenza a Roma segnata da alti e bassi, dovuti alla mancanza di continuità nei risultati, vuoi per la disabitudine dell'ambiente giallorosso a vincere, vuoi per alcune sue scelte sbagliate. La sua "fuga" improvvisa da Roma (si narra di una sua partenza in piena notte) susciterà l'ira dei tifosi giallorossi che non gli perdoneranno il tradimento compiuto andando ad allenare l'odiata juventus. Soprattutto in virtù di quanto da lui dichiarato in molteplici occasioni, polemizzando contro decisioni arbitrali contro la Roma e a favore della juve, o contro il "palazzo", oppure escludendo categoricamente un suo eventuale impiego in bianconero (eccone le prove).

2004-2005: la stagione dei 5 allenatori.
Il 29 maggio 2004, due giorni dopo il clamoroso addio di Capello, la Roma ingaggia Cesare Prandelli, allenatore già affermato e grande rivelazione dell'anno precedente, quando tra mille difficoltà societarie, (economiche e di organico), riusciva a portare il Parma al quinto posto in campionato (ad un solo punto dall'Inter, quarta).
La piazza romana accetta subito il nuovo allenatore, del quale si intuiscono doti umane e tecniche di grande livello. Una persona che si fa subito amare ed apprezzare da dirigenti, giocatori e tifoseria. Purtroppo, ufficialmente a causa di gravi problemi familiari, ma qualcuno insinuerà che i veri motivi furono altri, il 27 agosto, a preparazione non ancora conclusa, Prandelli si dimette.
La Roma, anche se spiazzata dall'inaspettata situazione, riesce a pescare dal cilindro l'unico allenatore disponibile sulla piazza mondiale, che potesse non far rimpiangere Prandelli: Rudy Voeller, il tedesco che vola! L'indimenticato centravanti della Roma ed ex commissario tecnico della Germania, dal 30 agosto è il nuovo allenatore della Roma, ma n
iente da fare. Questa stagione non può certo dirsi fortunata per la Roma. Rudy Voeller, si dimette dopo un mese, alla seconda sconfitta in campionato, a Bologna. Una decisione che ha fatto soffrire tutti (lui per primo), ma gli va dato merito di non aver atteso (e perso) ulteriore tempo.
La squadra, viene data all'allenatore in seconda Sella, il quale la guida nella difficile trasferta di Madrid, contro il Real, in Champions League.
Il giorno dopo, 29 Settembre, la Roma annuncia il nuovo allenatore: Luigi Delneri. Friulano, anche lui come Capello, ma con altre idee sul gioco da far proporre alla sua squadra. Ex allenatore del Chievo di Verona, la neopromossa con la quale ha stupito l'Italia negli ultimi anni.
14 marzo 2005. Nemmeno Delneri riesce nell'impresa di allenare questa Roma e si dimette.
La Roma annuncia un nuovo allenatore (il quinto quest'anno): Bruno Conti. Il Campione del Mondo 1982 e Campione d'Italia con la Roma nel 1983, amato e rispettato da tutti, sembra proprio l'uomo giusto per ricompattare un ambiente sfiduciato e tentare di salvare la stagione.
L'esordio di Brunetto è in Coppa Italia con la Fiorentina, la Roma vince ai rigori e approda in semifinale. Il campionato 2004-2005 si chiude con una "salvezza" a 3 punti dalla terzultima (anche se a dire il vero ci sono altre 9 squadre, lazie compresa, tra noi e la serie B) e con la finale di Coppa Italia persa contro l'Inter.

Luglio 2005. Dopo una serie di ipotesi sul successore di Bruno Conti, che vedevano diversi allenatori in lizza per la panchina giallorossa, alla fine la società sceglie Luciano Spalletti da Certaldo. Il primo sponsor del nuovo allenatore sembra sia stato proprio Conti. Il successore, di fatto, Brunetto se l'è voluto scegliere di persona, rimasto forse piacevolmente impressionato da Spalletti, dal punto di vista tecnico e da quello umano. Il "colpo di fulmine" potrebbe esserci stato in occasione della doppia sfida in semifinale di Coppa Italia, tra Roma e Udinese, quando i due si sono trovati di fronte come avversari.

La situazione che Spalletti trova, arrivando a Roma, è decisamente grave. Un ambiente sfiduciato e un parco giocatori buono sulla carta, ma completamente da rimotivare. Una squadra reduce da un'annata disastrosa e da ricostruire completamente sia nel fisico che nello spirito.
Il nuovo tecnico, a differenza di qualche predecessore, non fa proclami, ma detta subito le regole. Le sue prime parole alla presentazione, lasciano intravedere un uomo dal carattere forte e deciso, che non promette subito vittorie, scudetti o coppe, ma vuole innanzitutto riportare "normalità" in un ambiente che ha vissuto di confusione e di eccessi e che di regole probabilmente non aveva mai sentito parlare...

Il nuovo credo e la "filosofia del lavoro" vengono subito recepiti dalla squadra vogliosa di riscatto, che reagisce bene e si impegna, nonostante venga da un anno (volendo essere buoni) di "non lavoro"...
I frutti della nuova filosofia e del lavoro (sul campo e fuori) si vedono subito. Mentalità, spirito di sacrificio, unità di squadra e di intenti, amicizia, goliardia... insomma finalmente si vede "il gruppo", quello che in tanti anni (perlomeno negli ultimi) non si riusciva a vedere qui.

Il primo anno della Roma di Spalletti verrà ricordato per le 11 vittorie consecutive in serie A. Il record (10 vittorie) che solo 3 squadre erano riuscite ad ottenere nella storia del campionato di serie A, l'ultima fu il Bologna nel lontano 1964 e prima di lei solo Juventus e Milan, verrà battuto dall'Inter campione d'italia, l'anno dopo.
Una stagione "particolare" che verrà ricordata anche per la rincorsa al quarto posto, l'ultimo utile per la qualificazione ai preliminari di Champions League. Obiettivo sfumato "sul campo", ma centrato grazie alle sentenze di "calciopoli". La classifica finale vede infatti Juve, MIlan e Fiorentina penalizzate, Roma al secondo posto e Inter campione "d'ufficio". L'anno dopo, stagione 2006-2007, che inizia male con la sconfitta nella finale di Supercoppa Italiana a Milano (rocambolesco 3-4 contro l'Inter) ci vede finalmente protagonisti. Bilancio finale: 2° posto in campionato, nelle prime 8 in Champions League e, dulcis in fundo, conquista dell'ottava Coppa Italia .

L'inizio della stagione successiva, a differenza di quella passata, ci vede subito vincitori della Supercoppa. Il campionato poi, ci vede protagonisti nel contendere all'Inter la vittoria finale fino all'ultima giornata. Alla fine l'inter vince lo scudetto tra le polemiche, per gli innumerevoli "aiutini" arbitrali ricevuti. Ultimo atto della stagione, la finale di Coppa Italia, che ancora una volta vede di fronte le due antagoniste: Roma e Inter. Come l'anno scorso è la Roma a vincere e, a detta di molti, a laurearsi vincitrice morale della stagione.
Dopo Spalletti, a settembre 2009 dopo la seconda giornata di andata, viene chiamato alla conduzione tecnica Claudio Ranieri, con il quale la Roma alla fine sfiorerà lo scudetto. L'ottima stagione però non viene ripetuta l'anno successivo e Ranieri viene sostituito (a febbraio 2011) da Vincenzo Montella, fino a quel momento allenatore delle giovanili AS Roma. Alla fine di un campionato deludente, la Roma si classificherà sesta.

La società in estate passa agli americani, che decidono di chiamare ad allenare la squadra lo spagnolo Luis Enrique. Un disegno di calcio “innovativo”, quello dell'hombre vertical, che però non porta nell'immediato, come chiedeva la piazza, risultati concreti. L’allenatore asturiano lascia l'incarico a fine campionato. Dopo un anno sabatico, tornerà ad allenare in Spagna. Prima al Celta Vigo, col quale conquisterà una tranquilla salvezza e poi al Barcellona, dove nella stagione 2014-2015 vincerà Campionato, Coppa di Spagna, Champions League 2015 ed a seguire, Supercoppa UEFA 2015 e FIFA Club World Cup 2015. Vincerà inoltre, i premi come Miglior allenatore della Liga 2015, Miglior allenatore dell'anno IFFHS 2015 e FIFA World Coach of the Year 2015. A dimostrazione che non era proprio lo scemo del villaggio che molti a Roma pensavano.

Per la nuova stagione, la società sceglie Zdenek Zeman. Dopo 13 anni l'allenatore, reduce col Pescara dalla vittoria dell'ultimo campionato di serie B, torna a Roma, dove ha lasciato buonissimi ricordi, ma anche grosse delusioni. Il boemo purtroppo non riesce a dare continuità di risultati ad una squadra che alterna grandi prestazioni a incredibili debacles. Dopo la nona sconfitta in campionato, a febbraio, viene esonerato. Al suo posto viene "promosso" Aurelio Andreazzoli, già facente parte dello staff come "collaboratore tecnico". La Roma sotto la sua guida finisce sesta, fuori dalle competizioni europee per il secondo anno consecutivo e sconfitta nella finale di Coppa Italia con la lazio il 26 maggio 2013.

A giugno l'annuncio del nuovo allenatore: il francese Rudi Garcia. Con lui la Roma rinasce dalle ceneri del 26 maggio. Inizia il campionato inanellando una serie di 10 vittorie consecutive e rimette la chiesa al centro del villaggio, ma una serie di arbitraggi "discutibili", stoppa la serie di vittorie giallorosse e mina di fatto la convinzione della squadra, la quale inizia a perdere contatto con la testa della classifica che, guarda caso, vedrà una juve (a sua volta, invece, spesso aiutata dalle decisioni arbitrali) finire il campionato al primo posto, con distacco. La Roma finirà seconda, dietro la juve, così come nell'anno successivo, dove gli infortuni degli interpreti migliori e una difficoltà fisica e psicologica, saranno le cause principali di un secondo posto visto dalla piazza quasi come un fallimento.

L'era Garcia termina con un esonero che era nell'aria da molto. Gli scarsi risultati e una squadra che alla terza stagione insieme pare non seguirlo più, costringono la società ad esonerare l'allenatore francese. Dopo la sosta natalizia, il 14 gennaio, la squadra viene affidata a Luciano Spalletti. Arriverà terza, dopo un girone di ritorno strepitoso, con 14 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta.

Dopo una stagione e mezza, il 28 maggio termina anche la seconda avventura di Spalletti a Roma. Una stagione 2016-2017 purtroppo deludente nel complesso (nei bilanci e nei giudizi le due eliminazioni contro Lione e Lazie in Europa League e Coppa Italia, pesano drammaticamente). Nonostante un campionato da record, dove la squadra ha conquistato il maggior numero di punti (87) e segnato il maggior numero di reti (90) della sua storia, con Edin Dzeko capocannoniere della serie A, la Roma finisce per la terza volta negli ultimi 4 anni, seconda alle spalle della juventus.

Il 28 maggio è anche il giorno dell'addio al calcio giocato di Francesco Totti. Il giorno che non avremmo mai voluto vivere, è purtroppo arrivato. Con oggi si conclude la carriera in campo del più grande calciatore della storia giallorossa. Dopo 25 anni tutti vissuti con la stessa maglia, si conclude tra le lacrime in campo e sugli spalti, la carriera di un mito universale e universalmente riconosciuto. Unico, grande e immenso nostro Capitano!

Il 12 giugno 2017 la Roma annuncia il nuovo allenatore: Eusebio Di Francesco, che al suo primo anno su una panchina importante, mantiene la Roma sul podio in campionato, conquistando a dispetto di chi lo giudicava inadeguato, il terzo posto e la qualificazione alla successiva Champions League. Competizione nella quale la Roma 2017-2018, sotto la sua guida, è arrivata allo storico traguardo della semifinale. L'avventura di Di Francesco sulla panchina giallorossa termina di fatto il 6 marzo 2019, dopo l'eliminazione negli ottavi di finale di Champions League, avvenuta più per mano dell'arbitro che ad opera del Porto. Al suo posto la Roma richiama al capezzale di una squadra pressoché distrutta, Claudio Ranieri il quale risolleverà nel morale e nell'autostima la squadra, ma non riuscirà a farle centrare l'obiettivo quarto posto (ultimo utile per la qualificazione alla Champions League). La stagione non proprio esaltante della Roma termina il 26 maggio 2019 con l'ultima giornata di campionato che sarà anche l'ultima per Ranieri, ma soprattutto l'ultima in giallorosso di Daniele De Rossi, al quale dopo 18 stagioni la società non rinnova il contratto.

L'11 giugno 2019 la Roma annuncia il nuovo allenatore: il portoghese Paulo Fonseca proveniente dallo Shakhtar Donetsk, al comando del quale in Ucraina ha vinto gli ultimi 3 campionati e le ultime tre coppe nazionali. Il tecnico portoghese rimane sulla panchina giallorossa per due stagioni, la prima condizionata dalla pandemia covid-19 che ha sconvolto il mondo intero, nella quale la Roma, dopo il sesto della stagione precedente, ha raggiunto il quinto posto in campionato e che come massimo risultato ha portato un ottavo di finale di Europa League in gara unica e in campo neutro (per le restrizioni covid), perso con il Siviglia che alla fine vincerà la competizione. L'anno dopo, in una stagione giocata sempre senza pubblico causa pandemia, la sua Roma falcidiata e condizionata per tutta la stagione da un numero record di infortuni, esce al primo turno in coppa Italia, finisce settima in campionato e vede interrotto il suo cammino in Europa League verso quella che sarebbe stata una meritatissima finale, in una quanto mai rocambolesca doppia semifinale contro il Manchester United.

Il 4 maggio 2021, con il ritorno di semifinale di Europa League ancora da giocare, un doppio comunicato dell'AS Roma squassa letteralmente l'ambiente sportivo italiano. Prima comunica la sua volontà di non rinnovare il contratto a Fonseca e dopo due ore, annuncia l'ingaggio di quello che dalla prossima stagione sarà il nuovo responsabile tecnico AS Roma: Josè Mourinho. Un colpo a sorpresa, un nome incredibile quanto inatteso, che lascia con un palmo di naso tutti, a partire dagli operatori dell'informazione, che fino ad un'ora prima dell'annuncio ufficiale, ci regalavano i nomi di quelli che secondo loro "ben informati" sarebbero stati gli allenatori in procinto di allenare la Roma: De Zerbi, Juric, Allegri, Sarri... Annunciando (inventando) addirittura formazioni e moduli tattici con i quali i suddetti avrebbero fatto giocare la squadra. La stampa italiana...

Alla sua prima stagione in giallorosso, 2021-2022, in un campionato dove gli arbitri hanno inciso in maniera negativa e determinante ai fini del piazzamento finale in classifica, lo Special One riesce nell'impresa di riportare a Roma un trofeo: la UEFA Conference League nella sua prima edizione. Dopo 14 anni di nulla, dal punto di vista delle vittorie di trofei (l'ultimo era stato la Coppa Italia 2008), la Roma di Josè Mourinho alza al cielo una coppa europea.

Stessa storia, in campionato, l'anno successivo, 2022-2023, dove l'accanimento arbitrale supportato da quello mediatico che mai ha preso le difese di Mourinho e di conseguenza dell'AS Roma, vessati da arbitraggi in campo e fuori, assolutamente "discutibili". Risultato in serie A: un altro sesto posto, frutto degli errori arbitrali di cui sopra e delle assenze di titolari importanti per infortuni. Ma se in campionato la Roma e Mourinho sono stati in qualche modo ostacolati, in Europa League le cose sono andate decisamente meglio, con un percorso che ci ha portati in finale, la seconda consecutiva in Europa. Ma contro il Siviglia alla Roma non è riuscito il bis, per colpa di un arbitro che da quella sera è presente nelle preghiere serali dei romanisti: Anthony Taylor. Autore di una prestazione allucinante e di una conduzione a senso unico, che ha favorito in tutto e per tutto gli spagnoli. Le proteste di Mourinho, della squadra e di un popolo romanista intero, verranno punite dall'organizzazione (uefa) che molti iniziano a definire mafia, con la squalifica di 4 giornate a Mourinho, da scontare la stagione successiva, col divieto di trasferta ai tifosi per la prima gara fuori casa e con la riduzione della capienza dell'Olimpico nella prima in casa. Una sentenza che, incredibile ma vero, punisce le vittime, lasciando impunito e libero di reiterare in Europa i suoi misfatti, il vero colpevole del furto di Budapest.

 

PALMARES A.S. ROMA

  • 3 volte Campione d'Italia:
    1941/42, 1982/83, 2000/2001
  • 9 Coppa Italia:
    1963/64, 1968/69, 1979/80, 1980/81, 1983/84, 1985/86, 1990/91, 2006/07, 2007/08
  • 2 Supercoppa Italiana:
    2001, 2007
  • 1 UEFA Conference League:
    2021-2022
  • 1 Coppa Fiere:
    1960/61
  • 1 Trofeo Anglo-Italiano:
    1971/72
  • 1 Coppa CONI:
    1927/28
  • 8 Campionato Primavera:
    1972/73, 1973/74, 1977/78, 1983/84, 1989/90, 2004/05, 2010/11, 2015/16
  • 6 Coppa Italia Primavera:
    1973/74, 1974/75, 1993/94, 2011/12, 2016/17, 2022-23
  • 3 Super Coppa Italiana Primavera:
    2012, 2016, 2023
  • 3 Trofeo di Viareggio:
    1981, 1983, 1991


Coppa CONI 1927-1928

 

I MIGLIORI GOLEADOR A.S. ROMA
LA CLASSIFICA TIENE CONTO DEI GOL
SEGNATI IN TUTTE LE COMPETIZIONI

(AGGIORNATA AL 6.05.2021)

 

  1) FRANCESCO TOTTI - 307
  2) ROBERTO PRUZZO - 138
  3) EDIN DZEKO - 119
  4) AMEDEO AMADEI - 111
  5) RODOLFO VOLK - 103
  6) VINCENZO MONTELLA - 101
  7) PEDRO 'PIEDONE' MANFREDINI - 100
  8) ABEL BALBO - 87
  9) MARCO DELVECCHIO - 83
10) GIUSEPPE GIANNINI - 76
 

TUTTE LE STAGIONI DELL' A.S. ROMA

STAGIONE CAMPIONATO PIAZZAMENTO VITTORIE ALLENATORE
1927/28 SERIE A Gir. A 8 Coppa CONI Garbutt
1928/29 SERIE A Gir. B 3   Garbutt
1929/30 SERIE A 6   Baccani, Burgess
1930/31 SERIE A 2   Burgess
1931/32 SERIE A 3   Burgess, Baar
1932/33 SERIE A 5   Baar, Kovacs
1933/34 SERIE A 5   Barbesino
1934/35 SERIE A 4   Barbesino
1935/36 SERIE A 2   Barbesino
1936/37 SERIE A 10   Barbesino
1937/38 SERIE A 6   Ara
1938/39 SERIE A 5   Ara
1939/40 SERIE A 7   Ara, Schaffer
1940/41 SERIE A 11   Schaffer, Kertsez
1941/42 SERIE A 1 Campione d'Italia Schaffer
1942/43 SERIE A 9   Schaffer, Kertsez
1946/47 SERIE A 15   Degni
1947/48 SERIE A 17   Senkey, Brunella
1948/49 SERIE A 14   Brunella
1949/50 SERIE A 17   Bernardini, Brunella
1950/51 SERIE A 19   Baloncieri, Serantoni, Masetti
1951/52 SERIE B 1   Viani
1952/53 SERIE A 6   Varglien
1953/54 SERIE A 6   Varglien, Carver
1954/55 SERIE A 3   Carver
1955/56 SERIE A 6   Sarosi
1956/57 SERIE A 14   Sarosi, Masetti
1957/58 SERIE A 5   Stock, Nordhal
1958/59 SERIE A 6   Nordhal, Sarosi, Nordhal
1959/60 SERIE A 9   Foni
1960/61 SERIE A 5 Coppa delle Fiere Foni
1961/62 SERIE A 5 Carniglia
1962/63 SERIE A 5   Carniglia, Foni
1963/64 SERIE A 12 Coppa Italia Foni, Krieziu, Mirò
1964/65 SERIE A 9   Lorenzo
1965/66 SERIE A 8   Pugliese
1966/67 SERIE A 10   Pugliese
1967/68 SERIE A 10   Pugliese
1968/69 SERIE A 8 Coppa Italia Herrera
1969/70 SERIE A 11   Herrera
1970/71 SERIE A 6   Herrera, Tessari
1971/72 SERIE A 7 Torneo
Anglo-Italiano
Herrera
1972/73 SERIE A 11   Herrera, Trebiciani
1973/74 SERIE A 8   Scopigno, Liedholm
1974/75 SERIE A 3   Liedholm
1975/76 SERIE A 10   Liedholm
1976/77 SERIE A 8   Liedholm
1977/78 SERIE A 8   Giagnoni
1978/79 SERIE A 12   Giagnoni, Valcareggi
1979/80 SERIE A 7 Coppa Italia Liedholm
1980/81 SERIE A 2 Coppa Italia Liedholm
1981/82 SERIE A 3   Liedholm
1982/83 SERIE A 1 Campione d'Italia Liedholm
1983/84 SERIE A 2 Coppa Italia Liedholm
1984/85 SERIE A 7   Eriksson
1985/86 SERIE A 2 Coppa Italia Eriksson
1986/87 SERIE A 7   Eriksson, Sormani
1987/88 SERIE A 3   Liedholm
1988/89 SERIE A 8   Liedholm, Spinosi, Liedholm
1989/90 SERIE A 6   Radice
1990/91 SERIE A 9 Coppa Italia Ottavio Bianchi
1991/92 SERIE A 5   Ottavio Bianchi
1992/93 SERIE A 10   Boskov
1993/94 SERIE A 7   Mazzone
1994/95 SERIE A 5   Mazzone
1995/96 SERIE A 5   Mazzone
1996/97 SERIE A 13   Carlos Bianchi, Liedholm
1997/98 SERIE A 4   Zeman
1998/99 SERIE A 5   Zeman
1999/2000 SERIE A 6   Capello
2000/01 SERIE A 1 Campione d'Italia Capello
2001/02 SERIE A 2 Supercoppa Italiana Capello
2002/03 SERIE A 8   Capello
2003/04 SERIE A 2   Capello
2004/05 SERIE A 8   Prandelli, Voeller, Sella, Delneri, Conti
2005/06 SERIE A 2   Spalletti
2006/07 SERIE A 2 Coppa Italia Spalletti
2007/08 SERIE A 2 Supercoppa Italiana
Coppa Italia
Spalletti
2008/09 SERIE A 6   Spalletti
2009/10 SERIE A 2   Spalletti - Ranieri
2010/11 SERIE A 6   Ranieri - Montella
2011/12 SERIE A 7   Enrique
2012/13 SERIE A 6   Zeman - Andreazzoli
2013/14 SERIE A 2   Garcia
2014/15 SERIE A 2   Garcia
2015/16 SERIE A 3   Garcia - Spalletti
2016/17 SERIE A 2   Spalletti
2017/18 SERIE A 3   Di Francesco
2018/19 SERIE A 6   Di Francesco - Ranieri
2019/20 SERIE A 5   Fonseca
2020/21 SERIE A 7   Fonseca
2021/22 SERIE A 6 UEFA Conference League Mourinho
2022/23 SERIE A 6   Mourinho
2023/24 SERIE A -   Mourinho